T

Ascolana. Suora Domenicana del SS.Sacramento fondata da Sr.Tarcisia Vasciaveo e dal sacerdote il venerabile mons. Antonio Palladino di Cerignola. Nacque ad Ascoli Satriano il 12 settembre 1921 con il nome di battesimo Michelina, tornò alla casa del Padre l'11 maggio 2015. E' seppellita nel cimitero comunale di Ascoli Satriano nella tomba di famiglia.

Ascolano, soldato della prima guerra mondiale, devoto di S. Potito, che insieme ad altri nove suoi commilitoni realizzò un quadro raffigurante S. Potito con la scritta: "A divozione dei combattenti del 221° reggimento fanteria, 1916". Questo quadro presente in episcopio, su iniziativa del vescovo mons. Luigi Renna, durante la festa patronale di agosto 2017, fu esposto, per conoscenza di tutti i fedeli ed ascolani, nella seconda cappella laterale della navata di sinistra della cattedrale di Ascoli Satriano.

Alla morte di Sebastiano II Marulli, avvenuta nel 1793, successe il figlio Troiano III come 5° duca di Ascoli. Nacque ad Ascoli il 2 dicembre 1759 dove morì il 19 maggio 1823. Era patrizio napoletano, gran croce dell'ordine Costantiniano di san Gennaro dal V-1800, primo cavallerizzo onorario del re di Napoli, aiutante del re di Napoli. Sposò, a Napoli, l'1 settembre 1784 donna Maria Gratimola Filomarino, figlia di don Pasquale, 3° duca della Torre a mare e della principessa donna Maria Maddalena Rospigliosi dei duchi di Zagarolo (da Lucia Lopriore, Ascoli di Capitanata tra il Medioevo ed Età Moderna, Foggia 2008).

Dalla "Serie dei vescovi che fu dato di scoprire da alcuni antichi manoscritti, soprattutto da quelli che si conservano in Ascoli nell'Archivio dei Padri eremiti di Sant'Agostino" e trascritti dal vescovo Mons. Todisco Grande si legge che in questo periodo la Chiesa di Ascoli era governa dal vescovo Emanuele de Thomasis (1771-1818) e poi dal vescovo Antonio Maria Nappi (1818-1832) il quale fu il primo vescovo delle diocesi di Ascoli e di Cerignola.

Dalla "Series Episcoporum Ecclesiae Catholicae" del P. Pio Bonifacio Gams,O.S.B.,Graz,1873,pag.853, in questo periodo governa la Chiesa di Ascoli il vescovo Emmanuele de Tommasi (1771-1807) e, poi, il vescovo Vincenzo Antonio Nappi (1818-1832).

Da "Le Chiese d'Italia - dalle origini sino ai nostri giorni" di G. Cappelletti, canonico veneziano, vol. XIX, ed. Giuseppe Antonelli,Venezia,1864,pag.151 il vescovo della Chiesa di Ascoli di questo periodo era Emmanuele de' Tommasi, 2il quale nei giorni delle ecclesiastiche vertenze tra la corte di Napoli e la santa Sede, ebbe a soffrire non lievi amarezze. Morì in frattanto, pria le cose venissero ricomposte. E quando poi ne fu conchiuso il riordinamento, ne 1, per mezzo dl Concordato, .. ascolana fu unita "aeque princaliter" con la chiesa già vescovile di Cerignola".

Dalla cronotassi ufficiale in questo periodo nella chiesa di Ascoli risulta il vescovo Tomasiis Emanuele (1771-1807), la sede vacante (1807-1818) e il vescovo Nappi Antonio M. (1818-1830).

Vedi Troiano II Marulli, 3° duca di Ascoli.

Dopo l'estinsione della famiglia de Leyla il feudo di Ascoli passò alla Regia Corte. e il 7 luglio 1651 fu venduto all'asta al duce di Torre Orsaia, Tommaso de Franchis. con le medesime concessione dei de Leyva, ossia il diritto di portolania, bagliva, scannaggio, zecca di pesi e misure ecc. in più fu concesso il feudo di Pizzo d'Uccello in agro di Ascoli; fu concesso, inoltre, il possesso di una masseria detta Salvetra, ubicata in agro di Ascoli, con numerose pertinenze e rendite derivanti da fitti a terzi. Dopo la morte di Tommaso, avvenuta il 3 febbraio 1652, gli successe il figlio Vincenzo
(da Lucia Lopriore, Ascoli di Capitanata tra il Medioevo ed Età Moderna, Foggia 2008). Era vescovo di Ascoli Pirro Luigi Castellomata (1648-1657).

Nato a Barletta il 26 settembre 1621 e apparteneva alla nobiltà di quella città. Morì ad Ascoli il 7 ottobre 1679. Comprò il feudo di Ascoli di Capitanata da don Vincenzo de Franchis, duca di Torre Orsaia (Orsara di Puglia) nel 1674 per la somma di 57905.2.10 ducati e divenne 1° duca di Ascoli con privilegio concesso a Madrid il 26 febbraio 1679. Sposò il 22 gennaio 1653 Virginia Isabella Capece Bozzuto, figlia di Fabrizio, patrizio napoletano, e di Teresa Griffo. Gli successe Sebastiano I. (da Lucia Lopriore, Ascoli di Capitanata tra il Medioevo ed Età Moderna, Foggia 2008).

Dalla "Serie dei vescovi che fu dato di scoprire da alcuni antichi manoscritti, soprattutto da quelli che si conservano in Ascoli nell'Archivio dei Padri eremiti di Sant'Agostino" e trascritti dal vescovo Mons. Todisco Grande si legge che in questo periodo la Chiesa di Ascoli era governa dal vescovo Felice Via, cosentino, dal 14 novembre 1672 all'anno 1679).

Dalla "Series Episcoporum Ecclesiae Catholicae" del P. Pio Bonifacio Gams,O.S.B.,Graz,1873,pag.853, in questo periodo governa la Chiesa di Ascoli il vescovo Felice Via (1672-179).

Da "Le Chiese d'Italia - dalle origini sino ai nostri giorni" di G. Cappelletti, canonico veneziano, vol. XIX, ed. Giuseppe Antonelli,Venezia,1864,pag.150 il vescovo della Chiesa di Ascoli di questo periodo era Felice Via (1672-1679) "dopo un decennio di vedovanza, sottendrò a possedere la chiesa ascolana Felice Via, illustre teologo e canonista, da Cosenza, il quale aveva insegnato per più anni il diritto canonico nell'arciginnasiodella Sapienza, in Roma [furono stampate in Roma, nel 1669, le sue leziomni sotto il titolo: Summa juris Canonici]. Addì 14 novembre 1672, fu promosso a questo vescovato: lo possedé quasi un settennio, rendendosi accetto e caro a tutti, particolarmente per sua carità verso i poveri; morì nel dicembre dell'anno 1679".

Dalla cronotassi ufficiale in questo periodo nella chiesa di Ascoli risulta il vescovo Via Felice (1672-1679).

Dopo la confisca del feudo di Ascoli a Valerio Orsini, da parte del re di Spagna , esso fu dato a Troiano II Caracciolo il quale era il 3° duca di Melfi, che divenne, così, signore del feudo di Ascoli in Capitana, investito il 20 gennaio 1494. Morì a Melfi il 16 maggio 1520 (da Lucia Lopriore, Ascoli di Capitanata tra il Medioevo ed Età Moderna, Foggia 2008).

Dalla "Serie dei vescovi che fu dato di scoprire da alcuni antichi manoscritti, soprattutto da quelli che si conservano in Ascoli nell'Archivio dei Padri eremiti di Sant'Agostino" e trascritti dal vescovo Mons. Todisco Grande si legge che in questo periodo la Chiesa di Ascoli era governa dai seguenti vescovi, in successione: Giosuè Gaeta (1479-1509) che lascia al nipote Agapito Gaeta (1509-1512), dal ritorno del vescovo Giosuè Gaeta (1512-1517) e, da ultimo, dal vescovo Giovanni Francesco Gaeta (1517-1566).

Dalla "Series Episcoporum Ecclesiae Catholicae" del P. Pio Bonifacio Gams,O.S.B.,Graz,1873,pag.853, in questo periodo governa la Chiesa di Ascoli il vescovo Giosuè Gaeta (1501-1509), poi il vescovo Agapito Gaeta (1509-1512), di nuovo dal vescovo Giosué Gaeta (1512-1517) e dal vescovo Giovanni Francesco Gaeta (1517-1566).

Da "Le Chiese d'Italia - dalle origini sino ai nostri giorni" di G. Cappelletti, canonico veneziano, vol. XIX, ed. Giuseppe Antonelli,Venezia,1864,pag.146 e 146 i vescovi che in questo periodo si succedettero nella Chiesa di Ascoli furono Giosuè Gaeta (1501-1509), Agapito Gaeta (1509), nipote del vescovo Giosué, "sottentrato al governo di questa chiesa il dì 23 giugno 1509, resa vacante per la rinunzia fattane dallo zio. Non la possedé che pochi anni, e morì prima di lui"; "Giosuè Gaeta venne quindi la seconda volta, per diritto di regresso, al governo ascolano, ove morì nel 1517"; "Gianfrancesco Gaeta, fratello di Giosuè, gli fu sostituito a' 18 maggio dello stesso anno. Ne possedé la cattedra per ben quarantanove anni, e morì a' 10 novembre 1566".

Dalla cronotassi ufficiale in questo periodo nella chiesa di Ascoli risultano i seguenti vescovi: de Gaeta Giosuè (1480-1509), de Gaeta Agapito (1509-1512), de Gaeta Giosuè (1513-1517), de Gaeta Giovanni Francesco (1517-1566).

Ascolano emigrato nelle Americhe che il 31 agosto 1912 offrì L.5 per la costruzione del piedistallo processionale (pedagna) dove si colloca il busto argenteo di S. Potito, ideato dall'assessore Francesco Merola così come si legge nell'iscrizione ivi presente: "Base-sedia/ideata dall'assessore Francesco Merola/costruita a divozione e spesa di cittadini Ascolani/residenti e tornati dalle Americhe..."

Ascolano emigrato nelle Americhe che il 31 agosto 1912 offrì L.10 per la costruzione del piedistallo processionale (pedagna) dove si colloca il busto argenteo di S. Potito, ideato dall'assessore Francesco Merola così come si legge nell'iscrizione ivi presente: "Base-sedia/ideata dall'assessore Francesco Merola/costruita a divozione e spesa di cittadini Ascolani/residenti e tornati dalle Americhe..."