CRISTOFORO I d'AQUINO, 1° CONTE DI ASCOLI

Dagli Arcella, il feudo di Ascoli ritornò alla Regia Corte e nel 1284 fu ceduto ai d'Aquino. Questa famiglia, tra le più antiche dell'Italia Meridionale, è annoverata tra le 'Serenissime Sette Grandi case del Regno'. Numerosi personaggi di questa casata furono alti prelati come Tommaso sommo dottore della Chiesa divenuto, poi, santo. Nato nel 1225 nell'avito castello di Roccasecca fu il più grande filosofo del medioevo. Per quanto riguarda il feudo di Ascoli è riconosciuto il possesso a Cristoforo I d'Aquino come Signore di Ascoli dal 28 novembre 1284, come 1° Conte di Ascoli dall'11 novembre 1294. Sposò Margherita, figlia di Teotino II de' Sangro, Signore di Specchia. L'arme dei d'Aquino è rappresentata da uno scudo inquartato con nel 1° e nel 4° di Oro a tre bande di Rosso e nel 2° e nel 3° Spaccato al capo d'Argento alla punta di Rosso al leone rampante dell'uno nell'altro; sul tutto il Sole di San Tommaso. (da Lucia Lopriore, Ascoli di Capitanata tra il Medioevo ed Età Moderna, Foggia 2008).

In un atto del 30 giugno 1298, conservato nell'Archivio del Monastero di Montevergine come regesto n.2608, si trova il suo nome con l'indicazione di Conte di Ascoli. La Contessa di Ascoli Margherita de Sangro, moglie del conte Cristoforo, aveva rilasciato una lettera, datata da Ascoli ("Excoli") 19 giugno 1298, con la quale il defunto marito Cristoforo d'Aquino, dava al Monastero di Montevergine, in cui aveva scelto il luogo della sua sepoltura, il possesso dei beni esistenti in Sora e altrove, che lo stesso conte aveva avuto dalla donazione del defunto nobile Grasmondo de Balzorano. La lettera, indirizzata a tale Dorisio del Castello di Pesclo, camerario della stessa contessa de Sangro, fu presentata al notaio Giovanni Mancino e al giudice Giovanni Burdone tutti e due di Sora, per l'esecuzione testamentaria del conte Cristoforo d'Aquino, dal monaco di M.V. frà Luca.
A lui succedette il figlio Cristoforo II.

Dalla "Serie dei vescovi che fu dato di scoprire da alcuni antichi manoscritti, soprattutto da quelli che si conservano in Ascoli nell'Archivio dei Padri eremiti di Sant'Agostino" e trascritti dal vescovo Mons. Todisco Grande si legge che in questo periodo la Chiesa di Ascoli era governa dal vescovo Giovanni VIII de Monte (1226-1265) e dal suo successore di nome Nigro (1265-1276).

Dalla "Series Episcoporum Ecclesiae Catholicae" del P. Pio Bonifacio Gams,O.S.B.,Graz,1873,pag.853, in questo periodo governa la Chiesa di Ascoli il vescovo Giovanni III (1226-1265), da un primo vescovo anonimo (1265-1267) [quarto per la cronotassi ufficiale] e da un secondo vescovo anonimo (1267-1276) [quinto per la cronotassi ufficiale]

Da "Le Chiese d'Italia - dalle origini sino ai nostri giorni" di G. Cappelletti, canonico veneziano, vol. XIX, ed. Giuseppe Antonelli,Venezia,1864,pag.143 il vescovo della Chiesa di Ascoli di questo periodo era Giovanni III (1226-1265) "il quale ottenne dall'imperatore Federico II, nell'anno 1226, ampio privilegio a favore della sua chiesa, del quale si conserva l'originale nell'archivio episcopale"; poi venne un primo vescovo anonimo (1265-1267) [quarto per la cronotassi ufficiale] "il cui nome era espresso dall'iniziale N. - il quale - assisteva, nel 1265, alla solennità celebrata dal vescovo di Bovino, Giambattista Maneri, allorché questi pose la prima pietra della chiesa di santa Maria della Val-Verde in quella diocesi" e da un secondo vescovo anonimo (1265-1276) [quinto per la cronotassi ufficiale]: "ch'era frate francescano - il quale - fu consacrato vescovo di Ascoli nel 1267, dal cardinale vescovo di Albano, legato apostolico: del che ci assicura una lettera del papa Clemente IV, relativa alla chiesa di Caserta".

Dalla cronotassi ufficiale in questo periodo nella chiesa di Ascoli risulta una sede vacante dal 1239, successivamente il governo di un quarto vescovo anonimo dal 1266 e, poi, da un quinto vescovo anonimo nel 1268.

Da: "Ascoli nel medioevo, una cronotassi dal 449 al 1490" di Francesco Capriglione, Foggia 1989 in questo periodo risulta che:
- nel 1254 Ascoli insorge contro l'imperatore Corrado IV, ma, nel mese di aprile, viene assalita e saccheggiata;
- nel 1255 Ascoli ritorna sotto il potere de legato papale Uberto degli Ubaldini, uccidendo il governatore imperiale [per cui] nell'ottobre Manfredi non può entrare in Ascoli, ma si ferma a palazzo d'Ascoli, prendendo degli ostaggi in pegno e passa per Corneto, che gli è fedele;
- nel 1268 il villaggio fortificato di Corneto, fedele a Corradino, chiama in aiuto contro i capitani angioini, che si trovano in Ascoli, i baroni ribelli, che si recano a Corneto per organizzarvi l'ultima resistenza. Ma i contadini cornetani, filoangioini, tradiscono i filosvevi, che vengono giustiziati. Gli abitanti di Corneto vengono passati a fil di spada, le mura vengono abbattute, il villaggio saccheggiato, incendiato e raso al suolo.