MONS. NUNZIO GALANTINO NOMINATO DAL PAPA SEGRETARIO GENERALE DELLA C.E.I.

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Da poco tempo il cerignolano Mons. Nunzio Galantino, già appartenente al clero della diocesi di Cerignola - Ascoli Satriano, era stato nominato al papa Benedetto XVI vescovo della diocesi di Cassano all'Jonio, in provincia di Cosenza, ora il papa Francesco lo nomina segretario generale 'ad interim' della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) e ha scritto una lettera ai sacerdoti e ai fedeli della Diocesi di Cassano, dove, tra l'altro, dice: "Forse vi risulta strano che vi scriva, ma lo faccio per chiedervi aiuto", "per una missione importante nella Chiesa italiana, ho bisogno che monsignor Galantino venga a Roma", "vi domando, per favore, di comprendermi... E di perdonarmi".
Monsignor Galantino ha definito la lettera del Pontefice: "carica di affetto verso la Chiesa di Cassano - e verso di me" e riguardo al "chiedere permesso e perdono" precisa: “Si vede che è un uomo che ha vissuto e continua a vivere relazioni intense con le persone".

L'Anspi di Ascoli Satriano gioisce per questa nomina perché don Nunzio, da sacerdote, il 1° dicembre 1996 fu invitato a tenere ad Ascoli Satriano la prolusione per l'apertura del III anno accademico 1996/97 dell' "ANSPI Università della Terza Età e del Tempo Libero 'S. Potito' " dal titolo "I fondamenti antropologici della dimensione sessuale dell'uomo". Inoltre, don Nunzio Galantino giovedì 7 febbraio 2008 tenne anche la prolusione per l'apertura del XIV anno accademico 2007/08. La prolusione dal titolo "Credere pensando; il rapporto tra Fede e Ragione nella dottrina della Chiesa" si tenne all'interno della Cattedrale di Ascoli Satriano.

A don Nunzio, ormai vescovo, furono inviate copie delle tre pubblicazioni delle 'Cronache della Cattedrale - numeri speciali' che era, lo ricordiamo, un progetto editoriale, pastorale, sociale e culturale di don Leonardo Cautillo, il compianto parroco della cattedrale di Ascoli Satriano e 'amico fraterno' di don Nunzio Galantino. Al ricevimento di tre volumi il novello vescovo scrisse al dr. Potito, fratello di don Leonardo, ringraziando per il dono.