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E' vescovo di Ascoli Pietro.

Il suburbio di Corneto rinasce intorno alla chiesa di S.Giuliano.

Una bolla di papa Celestino III conferma i possedimenti verginiani in Ascoli, cioè S. Donato, S.Pietro e S.Elia in Corneto.

E' vescovo di Ascoli Goffredo. Enrico Testa, inviato dall'imperatore Enrico VI, e Ruggero d'Andria saccheggiano e distruggono Corneto, che parteggia per Tancredi, conte di Lecce, insieme con l'abate della Trinità di Venosa e con l'abate cassinese Loffredo. Ruggero poi si rifugia ad Ascoli, assediato da Riccardo d'Acerra, cognato di Tancredi. Ma costui, non riuscendo ad espugnare la città, ricorre ad un inganno: invita Ruggero ad uscire da Ascoli per trattare la pace, ma, appena uscito, lo fa catturare e gli fa tagliare la testa.

Riccardo di Balvano è feudatario di Ascoli.

L'abate benedettino di S.Nicola di Troia, Segnallo, si appropria con la forza di un terreno di proprietà degli Ascolani, che locatturano, lo bastonano e lo chiudono in catene nelle prigioni ascolane. Ma Segnallo riesce ad evadere e fa ricorso al re Guglielmo II il Buono, che affida la causa a Tancredi, conte di Lecce, contestabile e giustiziere di Puglia. Tancredi esamina il caso a barletta, chiamando a comparire in giudizio quindici testimoni per parte. L'avvocato di Ascoli sostiene che il terreno è di Ascoli, mentre l'avvocato del monastero troiano giura che i Troiani e i loro avi hanno pagato i diritti di erbatico e terratico da tempo immemorabile a quel monastero. Allora gli Ascolani dichiarono falsi e spergiuri i Troiani e propongono di rimettere la cosa al , cioè a un duello. Carlo De Pellibus Nigris, uno dei testimoni troiani, accetta il duello e batte Landolfo, che si è offerto per Ascoli. La causa è, quindi, data per vinta al monastero troiano.

E' vescovo di Ascoli Giovanni.

L'ebreo Beniamino di Tudela giunge ad Ascoli in visita alla comunità locale, composta di una quarantina di famiglie dedite al commercio, alla tintoria dei panni, alla confezione di orciuoli, di orci e di lacci di seta, a al prestito del denaro al 10% di interesse.

Guglielmo I dona all'abazia di Montevergine le reliquie di S. Potito.

L'imperatore Lotario II batte Ruggero II es Ascoli passa sotto Rainulfo. Ma poi Ruggero II rioccupa la città.