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Ascolano emigrato nelle Americhe che il 31 agosto 1912 offrì L.5 per la costruzione del piedistallo processionale (pedagna) dove si colloca il busto argenteo di S. Potito, ideato dall'assessore Francesco Merola così come si legge nell'iscrizione ivi presente: "Base-sedia/ideata dall'assessore Francesco Merola/costruita a divozione e spesa di cittadini Ascolani/residenti e tornati dalle Americhe..."

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Chiesa ubicata all’estremo nord dell’abitato, alla fine della panoramica via di S.Maria del Popolo. Questo edificio coincide con l’antica Chiesa di San Donato, annessa al monastero verginiano di San Donato. La costruzione risale al 1274, quando fu autorizzata dal Vescovo Benedetto. Dopo la soppressione delle corporazioni religiose nel 1807, la Chiesa presumibilmente seguì la sorte degli immobili acquisiti dall’amministrazione murattiana e successivamente venduti ai privati. Nel 1874 la Chiesa risultava in possesso della famiglia Rosario. Il canonico don Michelino Conte la rilevò dalla famiglia Rosario, la ristrutturò e la consolidò, dandogli le fattezze attuali: la facciata in stile neoclassico, totalmente in pietra calcarea lavorata. L’altare della Madonna bruna dell’Incoronata, in posizione, sopraelevata rispetto al piano pavimento, si raggiunge con una doppia scalinata, simmetrica, laterale. In tale occasione la Chiesa fu di nuovo consacrata sotto il titolo dell’Incoronata.

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Sacerdote ascolano, arcidiacono e prima dignità del Capitolo Cattedrale di Ascoli. Nell’anno 1628 è Assessore al Soglio Pontificio. Nel 1637 scrisse: Tractatus de magno matrimonii sacramento. Auctore D. Potito de Ioriis ab Asculo. Fu Vicario Generale del Vescovo di Ascoli Mons. Felice Via di Cosenza che resse la Cattedra di Ascoli dal 1672 al 1680. Come arcidiacono fu titolare della Chiesa di S. Lucia vecchia. Durante la sua assenza, a seguito della sua andata a Roma, la Chiesa rimase abbandonata e priva delle suppellettili necessarie alle celebrazioni religiose. Il Vescovo emise l’interdizione alla Chiesa che fu rimossa solo dopo che alcuni fedeli si presero cura dell’edificio religioso. Don Potito dimorò per lunghi anni a Roma dove nel 1694 pubblicò il trattato: “Jesus Maria. Tractatus de Suffragiis Indulgentiis, et Giubileo extra or. De Giubileo Romano Anno Santo, acque Compostella no in chiunque parties, a questione distributus”. https://archive.org/details/bub_gb_ECXJVfKxa90C
https://books.google.it/books?id=UTLbhgsWaa8C&pg=PP5&hl=it&source=gbs_se...

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Fu composto dal Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola Mons. Antonio Sena nell’anno 1886, dopo l’approvazione della Sacra Congregazione dei Riti avvenuta in data 26 novembre 1885:
1. Invicta virus martyrum, - [Invitta forza dei martiri,]
corona confitentium, - [corona dei confessori,]
Jesu, Potiti laudibus - [o Gesù, dal cielo assisti]
Adsis Olimpi e vertice. - [alle lodi di Potito.]
2. Infirma mundi diligens - [Tu, che in terra scegli i deboli]
Ut conterantur fortia - [per confondere i potenti,]
illum virili pectore - [lo colmasti ancor fanciullo]
adhuc replesti parvulum. - [di coraggio già virile.]
3. Hinc ipse Victor nobilis - [Indi, strenuo vincitore,]
domum, parentes, omnia - [genitori, casa e tutto]
vultu sereno despicit - [lietamente egli disprezza]
Tibique adheret arcitius. - [E più forte a te aderisce.]
4. Honor decusque debitum - [Gloria e onor sempre cantiamo]
Sit Trinitati jugiter, - [alla santa Trinità,]
quae per Potitum coelica - [che per mezzo di Potito]
nobis rependat munera. Amen - [renda a noi celesti doni. Amen.]

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Fu composto dal Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola Mons. Antonio Sena nell’anno 1886, dopo l’approvazione della Sacra Congregazione dei Riti avvenuta in data 26 novembre 1885:

1. Jam de paterno carcere - [Ormai dal carcere paterno]
Saevi ad tribunal judicis - [al giudizio d’un crudele]
Puero Potito protinus - [magistrato, su Potito]
Certamen instat acrius. - [Una lotta più aspra incombe.]
2. Blandis tyrannus vocibus - [Il tiranno con lusinghe]
Frustra lacessit, postmodum - [tenta invano, con minacce]
Nimis perurget: offerat - [quindi incalza: offra l’incenso]
Thus, aut daturus sanguinem. - [O il sangue verserà.]
3. Princeps suorum militum - [Cristo, capo, offre se stesso]
Se Christum offert lauream - [come premio ai suoi seguaci,]
interque coetus martyrum - [e tra le schiere dei martiri]
sedem merenti destinat. - [A chi è degno un posto assegna.]
4. Honor decusque debitum - [Gloria e onor sempre cantiamo]
Sit Trinitati jugiter, - [alla santa Trinità,]
quae per Potitum coelica - [che per mezzo di Potito]
nobis rependat munera. Amen - [renda a noi celesti doni. Amen.]

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Fu composto dal Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola Mons. Antonio Sena nell’anno 1886, dopo l’approvazione della Sacra Congregazione dei Riti avvenuta in data 26 novembre 1885:

1. Ignescit ira praesidis - [Si vergogna e si adira il giudice]
Pudetque vinci a parvulo: - [superato da un fanciullo:]
olim gigantem Goliath - [così Davide giovinetto]
David puer sic fregerai. - [Vinse il gigante Golia.]
2. Probata tandem concidit - [E stroncata dalla spada]
Provata ab ense victima; - [cadde la graditavittima;]
colomba qualis innocens - [come colomba innocente]
petivit astra Spiritus. - [L’anima raggiunse i cieli.]
3. Gaudens, Potite, gloriae - [O Potito, abbi gaudente]
Victor bravium auspice. - [Il trofeo di vittoria.]
Hinc nos, patrone, servulos - [o Patrono, da ogni male]
Malis tuere ab omnibus. - [Noi, devoti tuoi, proteggi.]
4. Honor decusque debitum - [Gloria e onor sempre cantiamo]
Sit Trinitati jugiter, - [alla Santa Trinità,]
quae per Potitum coelica - [che per mezzo di Potito]
nobis rependat munera. - [Renda a noi celesti doni.]

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Viene contato durante la novena preparata dal Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola Mons. Antonio Sena nel 1925:

Volgi, o Potito ad Ascoli
Benigni i guardi tuoi;
Dai mali che ci affliggono
Tu liberarci puoi.
Proteggici, e le lacrime
Terse saran per Te.

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Sacerdote ascolano, nacque il 26 maggio 1904 da francesco e M.Luigia Romano. Frequentò le cinque classi del Ginnasio nel seminario di Ascoli Satriano e quelle del Liceo e teologia nel seminario regionale di Chieti. Fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1927 dal Vescovo di Ascoli Mons. Giovanni Sodo nella cattedrale di Ascoli Satriano e nello stesso giorno rivvette la Bolla Pontificia di nomina a Canonico della stessa Cattedrale. La sua esistenza fu breve ma intensa di vita interiore ed apostolica. Fu Vice Rettore, Padre Spirituale e Professore del Seminario. Fu anche il primo Direttore Spirituale della nascente Congregazione delle Suore Domenicane del SS.Sacramento e Rettore della Chiesa di Maria Ss. del rosario di Pompei di Ascoli. Con la sua morte, avvenuta in Ascoli il 22 dicembre 1945, tra l’universale compianto, lasciva un esempio luminoso di sacerdote votato totalmente alla causa del Regno di Dio e della salvezza delle anime.

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Fanciullo di Monte Marano paralizzato alle gambe. Testimone nell’inchiesta di canonizzazione di fra Benvenuto da Gubbio, condotta dai Vescovi di Melfi, Molfetta e Venosa nel 1236 su autorizzazione di Papa Gregorio IX. Dichiarò di essere guarito dalla paralisi alla gambe.

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Dalla "Serie dei vescovi che fu dato di scoprire da alcuni antichi manoscritti, soprattutto da quelli che si conservano in Ascoli nell'Archivio dei Padri eremiti di Sant'Agostino" e trascritti dal vescovo Mons. Todisco Grande così si legge:
17°. Anno 622 - A costui fu dato successore, nell'anno 622, Ildebrando eletto vescovo di Ascoli ed Ordona sotto papa Bonifacio V. Per quanto tempo Ildebrando abbia avuto questa dignità è dubbio. Tuttavia, si crede che egli sia vissuto molto a lungo nell'episcopato. S'ignora in che tempo abbia cessato di vivere.

Di questo vescovo non si fa menzione nella cronotassi ufficiale.

Bonifacio V (Napoli, ... – 25 ottobre 625) fu il 69º papa della Chiesa cattolica, dal 23 dicembre 619 alla sua morte. Si impegnò per la cristianizzazione dell'Inghilterra e fece entrare in vigore il decreto con il quale le chiese godevano di immunità e quindi anche i ricercati dalla giustizia potevano trovarvi rifugio (diritto di asilo). Bonifacio V era di origine napoletana. Succedette a papa Adeodato I dopo una sede vacante durata più di un anno. Prima della sua consacrazione, l'Italia era agitata dalla ribellione dell'eunuco Eleuterio, esarca di Ravenna. Eleuterio avanzava verso Roma, ma, prima che potesse raggiungere la città, fu decapitato dalle sue stesse truppe.

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