FICCI MARIA

Ascolana. Figlia di Domenico e Luigia Di Marzio, nata nel 1877. Risulta essere una della tre persone che domenica 24 maggio 1891 protagoniste di un fenomeno straordinario avvenuto nella chiesa di S. Maria del Popolo così come risulta dal processo canonico celebratosi nella Curia Vescovile di Ascoli Satriano il giorno 25 agosto 1891 davanti al Vicario Generale della Diocesi di Ascoli Satriano Mons. Tommaso De Stefano (futuro Vescovo di Ruvo e Bitonto dal 19 gennaio 1893 e dal 24 marzo 1898 Arcivescovo di Trami-Barletta) e il Canonico don Antonio Sarcone, cancelliere vescovile.
Oggi 25 agosto 1891 ...Maria Ficci di Domenico e Luigia Di Marzio, dell'età di 14 anni, di condizione apprendista sarta, per via di giuramento depone quanto segue. Nel giorno 24 maggio dell'anno in corso, verso le 6 pomeridiane io mi trovavo nella chiesa di S. Maria, recitando le mie devozioni innanzi la statua dell'Immacolata, quando inaspettatamente avvertii un grande strepito nel popolo. Allora volsi subito lo sguardo al quadro della Madonna della Misericordia che era sull'altare maggiore, credendo che di là fosse caduto a terra, pensando pure a spiegare il detto strepito che le monache fossero calate in chiesa per osservare se si trattasse realmente della caduta del quadro. allora mi alzai dal posto dove sedevo e mi feci proprio nel centro della chiesa, volsi di nuovo il mio sguardo al quadro d osservai tutta meravigliata e confusa che il quadro della Madonna si spezzava il due pezzi e che di mezzo ne usciva un lampo così al vivo da illuminare tutto l'interno della chiesa e che poi si raccogliesse in fascio di luce sul Bambino che era nel presepe. Credetti che fossi tratta in inganno come per alterazione di fantasia, ed allora considerai più attentamente il fenomeno e vidi che il quadro della Madonna era sano ed intero e che invece dalla immagine della Madonna cadessero tanti pezzi staccati e questi, in apparenza, come di carne vera e reale e di colore nero come è appunto la fisionomia di detta immagine. Continuando nel mio sbalordimento, piegai gli occhi verso del popolo, guardandomi d'intorno, ed osservai che di esso parte era già fuori chiesa e parte uscivano ancora frettolosamente, e piangente. Dopo di ciò guardai nuovamente il quadro della Madonna e notai che si era ridotto a meno della metà, sì da restarvi soltanto la base della cornice, sì che dalla parte superiore era visibile la gelosia del coro delle monache. per lo che più sbalordita di prima cercai di uscire anche io dalla chiesa, come realmente feci. Credevo che lì in mezzo al popolo agglomerato vi fosse un mio zio, e per di più ubriaco, e che gli avessero dato un colpo di coltello, e che la Madonna dispiaciuta di questo delitto commesso proprio sotto gli occhi suoi e che riteneva un insulto se stessa, per dispiacere si fosse ridotta in pezzi. Invece mi si disse e tutto mi si spiegò, facendomi capire che ci era stata una scossa di terremoto: il che io non avevo affatto avvertito... (Crf. Archivio storico diocesano - Ascoli Satriano. Faldone Religiosi, Convento S. Maria del Popolo).