ASCULUM APULIAE: IL DIZIONARIO IN PILLOLE

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Martedì, 13 Agosto, 2019

Girono 9 agosto sul giardino pendile dell'episcopio di Ascoli Satriano si è tenuta, da parte del vescovo mons. Luigi Renna, la presentazione dell'opera di Potito Cautillo Asculum Apuliae, dizionario storico-illustrato della chiesa ascolana. IL DIZIONARIO IN PILLOLE
Dalla lettera “A”:
i vari nomi come è stata chiamata la città di Ascoli sono: Aesculum, Ascalon (in greco), Asculum Apuliae, Asculum Appulum o Apulum, Asculum Dauniae, Asculum Satricum, Asculum Satrianum, Ausculum, Escoli, Excoli, Osculum (ricordiamo con questo nome la famosa Osculana pugna cioè la battaglia di Pirro).
Antica menzione di S. Potito, la più antica, la si trova in un documento del tempo del duca di Benevento Romualdo II risalente all’anno 709 con l’espressione ad aquam santi Petiti , forma meridionale per Potito.
Dalla lettera “B”:
BERKELEY George, filosofo, teologo e vescovo anglicano. Il 4 giugno 1717 passò per Ascoli. Nel suo libro Viaggio in Italia parla della reliquia del dito di S. Potito che, per sua intercessione, riusciva a guarire le persone dalle conseguenze del morso della tarantola.
BISCIOTTI don Felice, canonico e rettore della chiesa di S. Rocco di Ascoli. Nel 1951 acquistò, con le offerte dei fedeli, una statua di S. Maria Goretti. In occasione dell’inaugurazione invitò la signora Assunta, mamma della santa. Ma l’altra figlia e sorella della santa di nome Ersilia scrisse a don Felice, ringraziandolo per l’invito rivolto alla mamma, e dicendogli che per motivi di salute, lei non poteva venire ad Ascoli. Nella lettera, ora in possesso di don Potito Gallo attuale rettore della chiesa di S. Rocco, la signora Assunta raccomandò tutte le mamme ad essere risolute con i propri figli dicendo: ”quando è no, è no e quando è si, è si”.
BORROMEO SAN CARLO CHIESA DI... Questa chiesa è dedicata al santo in quanto nel 1560 lo zio, il papa Pio IV, affidò al cardinale Borromeo, come abate, la commenda di S. Leonardo le Matine (località denominata poi Torre Alemanna, in agro di Ascoli, oggi chiamata Borgo Libertà, in agro di Cerignola).
BOCCIA dom Severino, abate benedettino di Cava. Nato ad Ascoli nel 1620, fu anche uomo di cultura; con lo pseudonimo di Sincero Valdesio, che anagrammato dal prof. Gianmichele Cautillo, diventa Severino d’Ascoli, scrisse tra l’altro una Grammatica Italiana e un Vocabolario Italiano. Il critico letterario napoletano Puoti lo definì “uno dei padri della grammatica italiana”. Sarebbe bello se l’amministrazione comunale completasse la targa toponomastica di via Severino Boccia con queste indicazioni!
BRIGANTI Francesco, canonico. Nell’anno 1731 era il segretario del duca d’Ascoli Troiano Marulli. Forse si tratta di del duca Troiano II Marulli, terzo duca d’Ascoli quello ritratto in preghiera sotto l’icona della Madonna della Misericordia?
Dalla lettera “C”:
Chiesa di S. Potito dell’anno 839 presente a Quintodecimo oggi Mirabella Eclano (AV). In un documento del Chronicon Vulturnense c’è il riferimento ad una chiesa e parrocchia dedicata S. Potito e che nell’anno 839 si trovava nella città di Quintodecimo, oggi Mirabella Eclano. Questo testimonia del culto del martire ai confini tra Puglia e Campania, nel Sannio
Chiesa parrocchiale di S. Potito ad Ima di Lauro (AV). Anche ad Ima, frazione di Lauro (AV) e diocesi di Nola c’era una chiesa parrocchiale intitolata a S. Potito. Questa chiesa è menzionata in una pergamena dell’abazia di Montevergine del 1038.
Chiesa e monastero di S. Potito a Napoli: il D’aloe, nel XII secolo, scrive: “S. Potito martire era una chiesa con monastero di monaci dell’ordine di S. Basilio molto antico fondato circa l’anno 350 nella regione di pozzo Bianco...Dopo molti anni fu lasciato da detti monaci e vi furono introdotte monache dell’ istesso ordine e poi in processo di tempo presero la regola di S. Benedetto”; la ritroviamo anche eretta nella prima metà del seicento da Pietro De Martino, in un luogo dove sorgeva una struttura religiosa appartenuta alle monache basiliane prima ed alle benedettine poi; fu oggetto di un restauro nel 1780 ad opera dell’architetto Giovan Battista Broggia, secondo lo stile barocco.
Chiesa parrocchiale di S. Potito dell’anno 1101 a Benevento. L’esistenza a Benevento nei secoli XIII-XIV di una parrocchia intitolata a S. Potito indica il culto e la conoscenza del santo.
Chiesa di S. Potito presente in Ascoli dal 1101. Pietro Diacono, nella Chronica Monasteri Casinensis ricorda un Bagno presso la chiesa di S. Potito, in agro di Ascoli. Il suo nome risulta anche in due atti del 1118 e del 1229 conservati nell’archivio di Montevergine.
Chiesa Medievale di S. Potito a Capua. Un documento inedito del 1125, la cui unica copia superstite era in mano all’abate Domenico Mallardo di Napoli, autore del libro S. Potito, un martire dell’Apulia) menziona una chiesa intitolata a S. Potito a Capua in una località detta Campo de fenile.
Chiesa di S. Potito extra moenia (fuori le mura). Si trovava sul Frontino, l’attuale collina Pompei, e fu costruita dal vescovo di Ascoli mons. Ferdinando d’Avila (1603-1620). Mons. Pirro Luigi Castellomata (1648-1656) l’abbellì. Ne dà testimonianza l’ Ughelli, in Italia Sacra e Enciclopedia dell’ecclesiastico. Di questa chiesa dedicata a S. Potito resta solo il ricordo.
Chiesa parrocchiale di S. Potito in Ascoli. La chiesa, con annesso convento, è stata fondata nel 1623, i lavori furono ultimati nel 1636 e fu consacrata nel 1765 dal vescovo di Ascoli mons. Giuseppe Campanile. La parrocchia fu fondata il 13 giugno 1941 con decreto del vescovo di Ascoli e Cerignola mons. Vittorio Consigliere.
Chiesa di S. Donato. Nel medioevo era presente in Ascoli sui luoghi dove attualmente si trova la chiesa ascolana dell’Incoronata. In un atto del 7 marzo 1274 risulta che Benedetto, vescovo di Ascoli, con il suo Capitolo, dà facoltà a Giovanni, abate di Montevergine, di edificare una chiesa in Ascoli, nella casa dove abitano i padri di Montevergine (i verginiani), con cimitero, campane, ecc. e con molte esenzioni. Che si tratti della chiesa di S. Donato lo si deduce dai regesti in cui si parla esplicitamente del monastero di S. Donato e della chiesa di S. Donato.
Chiesa di S. Francesco di Paola in Ascoli. E’ l’attuale chiesa di S. Rocco. Era anche sede di una confraternita laicale intestata al santo patrono del regno di Napoli e dei Borboni.
Chiesa di S. Maria del Principio. Antica cattedrale medievale di Ascoli sita nel quartiere Frontino, poi Torre Vecchia, oggi collina Pompei. Il suo nome risulta in vari atti conservati, come regesti, nella biblioteca di Montevergine. Attualmente ad Ordona la nuova chiesa, su suggerimento di don Leonardo Cautillo, consacrata dal vescovo emerito mons. Felice di Molfetta, conserva questo titolo per tramandare la memoria dell’antica cattedrale della diocesi.
Collina Castello nel medioevo quartiere Serra.
Collina S. Marena, oggi S. Potito.
Collima Torre Vecchia, oggi Pompei, nel medioevale quartiere Frontino.
Dalla lettera “D”
DE MARTINIS FRANCESCO ANTONIO, vescovo di Ascoli e Ordona. Nella sua relazione di visita pastorale del 3 gennaio 1729 si legge che in Ascoli esisteva il culto all’Immacolata, confermato da un altare con artistica statua lignea, molto prima del 1859 quando fu proclamato il dogma dell’immacolata Concezione dal papa Pio IX. Durante il suo episcopato venne definitivamente abbandonata la chiesa di S. Maria del Principio, la cattedrale medievale di Ascoli.
DE TOMMASIS EMANUELE, vescovo di Ascoli e Ordona Sotto il suo episcopato nel 1775 furono assegnate alla diocesi di Ascoli le cinque parrocchie creatasi nelle colonie gesuitiche di Ordona, Stornara, Stornarella, Orta e Carapelle, poi denominate i Cinque Reali Siti dopo un primo tentativo, da parte del re di Napoli, di assegnarle alla diocesi di Minervino. Lo stesso vescovo il 2 luglio 1727 fondò ’orfanotrofio per ragazze denominato S. Giuseppe e S. Teresa (oggi scuola materna S. Giovanni).
Dalla lettera “E”
ELEONORA MARULLI, DONNA... Divenne monaca con il nome di suor Maria Teresa. Apparteneva alla famiglia dei duchi Marulli di Ascoli. Nacque ad Ascoli il 23 maggio 1757 dove morì il 3 dicembre 1816.
Dalla lettera “F”
FICCI Domenico detto Mimì. E’ un ragazzo morto in odore di santità. Nacque ad Ascoli il 6 luglio 1919 dove morì, a 12 anni, il 1 ottobre 1931. Di lui la mamma, la cui tomba insieme a quella del marito si trovano tuttora nel cimitero di Ascoli, scrisse un diario che il predicatore quaresimale fr. Fedele da Sestri Ponente pubblicò il 21 luglio 1935. Mimì era il fratello maggiore di Gigetta, dell’ACF della parrocchia del Soccorso e famosa pasticciera domestica per i suoi “dolci della sposa”.
FRA’ LUDOVICO DA CORNETO, beato...Francescano, nacque a Corneto. “Fu lettore di singolare semplicità, di fervente orazione, liberatore di ossessi”. Morì nel convento di S. Maria di Stigliano in S. Marco in Lamis nel 1560.
Dalla lettera “G”
GIACOMO de NUCOLETTA – cittadino di Ascoli. Nel 1229 vendette ad Aurifina una casa in Ascoli, dalla parte del Fondo, presso la chiesa (medievale) di S. Potito per il prezzo di due once e una quarta d’oro di tarì di Sicilia.
Dalla lettera “H”
HOSPITIUM PEREGRINORUM – Non c’era solo quello dell’ex ospedale civile in via Duomo. Nel 1093 nei pressi di Via Carrara, su rampa mons. Cocchia, si trovava un ospizio dei pellegrini nei pressi del monastero basiliano. Il terreno sul quale venne costruito fu offerto dal prete Giovanni al monastero e alla chiesa di S. Nicola, oggi della Misericordia. Nel 1149 risulta un hospitium peregrinorum sul monte Massari, probabilmente vicino a Corneto (oggi Corleto), costruito da un monaco benedettini di Montecassino. Nel 1300 i monaci agostiniani fondarono l’ospizio di S. Pietro sul luogo dell’antica laura basiliana di S. Marena.
Dalla lettera “I”
ICONOGRAFIA DI S. POTITO, così come viene venerato nei vari paesi. Li nomino chi è interessato potrà vedere le immagini acquistando l’opera.
 In Ascoli si contano ben 41 immagini diverse del santo;
 in Cerignola 5 immagini diverse;
 In Orta Nova 1 immagine;
A Tricarico 3 immagini;
A Montevergine si trova una gran quantità di reliquie;
In Sardegna 1 statua con il chiodo conficcato in testa, simile all’iconografia di Ascoli;
A Paestum, oggi Capaccio-Paestum una immagine sulla vetrata del santuario del Getsemani;
Ad Assisi una icona realizzata da una monaca di clausura la cui copia fu donata a don Leonardo Cautillo;
A Cervinara (AV) una formella del martirio sulla porta di bronzo della chiesa parrocchiale dedicata a S. Potito;
A S. Potito Sannitico (Caserta) una statua e una tela dove S. Potito è ritratto insieme a S. Caterina;
A Roccapiemonte (SA) una reliquia di un osso, un quadro dell’800, opera di Angelo Consiglio di Raito e di recente una statua scolpita in legno dagli artisti di Ortisei;
A Napoli nella chiesa di S. Potito una statua colorata con annessa una teca di bronzo dorato contenente una reliquia donata nel 1924 dal vescovo di Tricarico mons. Raffaele Delle Nocche. Inoltre affreschi del martirio di S. Potito eseguiti da Nicola De Simone nella prima metà del XVII sec. e da Giacinto Diana nel 1784;
A Tarquinia (Viterbo) un affresco raffigura il volto di S. Potito insieme ad altri santi;
A Lugo di Romagna (Ravenna) dove esiste il culto a S. Potito con una chiesa a lui dedicata, culto giunto in Romagna dai monaci basiliani;
A Ovindoli (AQ) con una statua in carta pesta;
A Creti di Cortona (AR) la chiesa parrocchiale è intitolata a S. Potito fin dal XIII secolo. Si conserva un quadro raffigurante il martire con la Madonna e S. Antonio; la festa è fissata il 7 gennaio. Attualmente una chiesa è dedicata ai santi Ippolito e Potito;
A Ima di Lauro (AV) nella chiesa parrocchiale, dedicata a S. Potito, si trova, precisamente nella sacrestia, un quadro su tela raffigurante il martire con il chiodo e la palma nella mano destra, opera di un anonimo napoletano del 1938.
A Vico Equense (NA) una immagine di S. Potito sulla copertina della Vita di S. Potito martire, scritta nel 1598 dal vescovo di Vico Equense mons. Paolo Regio;
A Pisa c’è una statua di marmo ad altezza naturale in una cappella del duomo; e, ora distrutte, affreschi del martirio nel cimitero monumentale della città;
A S. Potito Ultra (AV) Il santo, patrono principale, è festeggiato il 13 gennaio. Si conserva una statua lignea eseguito da Francesco Cano nel 1719;
A La Spezia, in una collezione privata, si trova l’immagine di un S. Potito con una freccia rivolta verso l’alto, insieme ad altri due santi;
A Pittsburg (USA) c’è una statua di S. Potito of Ascoli Satriano;
A Cleveland (USA) si trova uno stendardo della società femminile di mutuo soccorso dove è raffigurato il busto argenteo di S. Potito venerato ad Ascoli;
A Parigi, nel museo del Louvre, si trova un marmo dove sono raffigurati dei santi fra i quali S. Potito,
In Spagna si trova una immagine di un S. Potito adulto;
IMMACOLATA – Da una ricerca fatta da mons. Antonio Silba nell’archivio diocesano si è venuto a sapere che in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione nelle due diocesi di Ascoli e Cerignola vi fu attesa e tripudio perché già da tempo il culto verso l’Immacolata Concezione era presente. Ho riportato nel dizionario a proposito dell’Immacolata, una curiosità teologica: nel 1823 ad Ariano Irpino (AV) due celebri predicatori domenicani furono invitati ad esorcizzare un ragazzo. Allora si discuteva fra i teologi sulla verità dell’Immacolata Concezione proclamata poi come dogma dal papa Pio IX. I padri domenicani ingiunsero al demonio di dimostrare che la Madonna era Immacolata. Si noti che il ragazzo aveva appena 12 anni ed era analfabeta. Subito Satana pronunciò questi versi bellissimi:
"Vera Madre son io di un Dio che è Figlio
e son figlia di Lui benché sua Madre.
Ab aeterno nacque Egli ed è mio Figlio,
nel tempo io nacqui eppur gli sono Madre.
Egli è il mio Creator ed è mio Figlio,
son io sua creatura e gli son Madre.
Fu prodigio divin l'esser mio Figlio
un Dio eterno, e me aver per Madre.
L'esser quasi è comun, tra Madre e Figlio,
perché l'esser dal Figlio ebbe la Madre
e l'esser dalla Madre ebbe anche il Figlio.
Or se l'esser dal Figlio ebbe la Madre,
o s'ha da dir che fu macchiato il Figlio
o senza macchia s'ha da dir la Madre".
Il papa Pio IX si commosse quando gli presentarono questo sonetto che in occasione della proclamazione del dogma.
Dalla lettera “L”
LEONARDO TODISCO GRANDE, vescovo di Ascoli e Cerignola (1849-1872). Il 13 maggio 2003 i resti mortali di questo vescovo furono traslati dal cimitero di Ascoli alla tomba dei vescovi che si trova sotto il pavimento della cappella dell’Immacolata, nella cattedrale di Ascoli, dal vescovo emerito mons. Felice di Molfetta, era parroco don Leonardo Cautillo. Questo vescovo prima che facesse l’ingresso ufficiale in Ascoli, si trovava a Napoli, inviò al papa l’istanza intitolata: ”Voto per il concepimento di Maria SS. ma nel primo istante” e non mancò di informare il papa che “clero e popolo santificano la ricorrenza annuale dell’Immacolata con particolari preghiere e digiuno a pane ed acqua”.
LEONE IX, papa e santo – al secolo Brunone de Toul, cugino dell’imperatore Enrico III (1038-1056) è il primo papa che, diretto a Melfi, passa per Ascoli nel marzo del 1050. Quindi ne consegue che S. Giovanni Paolo II è stato il secondo papa a visitare Ascoli. Tutti e due sono santi papa!
LUPO PROTOSPATA, ritenuto erroneamente vescovo di Ascoli secondo la cronotassi ufficiale dal 1067 al 1102. Dagli ultimissimi studi di esperti di paleografia e diplomatica viene smontata l’ipotesi fatta dall’abate di Montevergine dom Placido Mario Tropeano. In seguito a questi studi scientifici Lupo Protospata risulta essere un funzionario imperiale di alto rango e non un vescovo.
Dalla lettera “M”
MADONNA DELLA MISERICORDIA E IL DUCA MARULLI D’ASCOLI – Chi potrebbe essere questo duca in preghiera? Forse Troiano II Marulli, terzo duca d’Ascoli perché suo segretario è stato il canonico don Briganti Francesco nel 1731 e il duca governò il feudo di Ascoli dalla morte del padre Sebastiano I Marulli, secondo duca d’Ascoli, avvenuta nel 1704. Il duca Troiano II nacque ad Ascoli il 12 ottobre 1686 e morì a Napoli il 12 aprile 1749.
Qui è stata aggiunta la “leggenda delle nove sorelle”, scritta dal prof. Gianmichele Cautillo, per dare una spiegazione, appunto leggendaria, dei nove titoli sotto i quali viene venerata e chiamata la Madonna. Anche per la Madonna del Soccorso o del taccariello il prof. Gianmichele Cautillo ha scritto una seconda leggenda legata al cosiddetto maritaggio, che l’attuale fondazione Santa Maria del Soccorso proseguendo quanto fin’ora ha fatto la congrega del Soccorso, con il quale viene offerto una cifra in denaro, che ammonta ad €.3000,00, alle ragazze che la utilizzeranno quando si sposeranno.
MAIELLA SAN GERARDO – venne due volte ad Ascoli invitato dalla contessa Luisa Sanfelice che voleva conoscere il futuro santo che in quel periodo viveva a Deliceto nella casa dei padri redentoristi. In piazza alcuni giovani, vedendolo con le ciabatte e i vestiti sporchi di fango, perché non si era cambiato d’abiti e per obbedienza al padre superiore che gli aveva trasmesso il desiderio della contessa lasciò subito l’orto, dove lavorava, e partì subito per Ascoli, lo insultarono e gli tirarono pietre. In ricordo di queste visite del santo nel 2004 in occasione del 250° dalla morte durante la peregrinatio gerardina le reliquie del santo fecero tappa anche ad Ascoli, era parroco don Leonardo Cautillo.
MOMMSEN, scrittore ed archeologo – E’ stato il primo studioso ad asserire che la patria d’origine del martire Potito era da ricercarsi nella stessa regione del suo martirio e perciò la città di Serdica della passio sancti Potiti doveva essere una località della Puglia. Poi arriverà alla stessa conclusione, in base ai criteri della scuola del Delehaye, in particolare attraverso le coordinate topografiche (cioè il luogo del martirio) e cronologia (cioè la data del martirio e sua celebrazione) sia l’abate napoletano Domenico Mallardo, sia lo storico ascolano prof. Francesco Capriglione, sia don Antonio Mottola, attuale vicario generale della diocesi.
Dalla lettera “N”
NICOLA D’ASCOLI FRA’ – Monaco agostiniano ascolano, priore del monastero agostiniano di Ascoli. In una sua istanza presentata al suo provinciale nel 1358 faceva osservare che le strade comunali ora designate con il n. 2 e il n.5 all’epoca designate come ad Stincos e de Stincis erano in realtà un’unica strada che correvaattraverso tutti li Stinci.
Dalla lettera “O”
OBITUARIUM S. SPRITUS – documento del XII secolo presente nell’archivio della biblioteca capitolare di Benevento dove è nominato S. Potito e dove si trova il primo disegno del santo.
Dalla lettera “P”
PAFUNDI DONATO, vescovo di Ascoli e Cerignola – Fu presente nella basilica di S. Pietro in Vaticano durante la proclamazione del dogma dell’Assunta da parte del papa Pio XII. Il suo nome è scritto sulla lapide di marmo posta, a memoria dell’evento, sull’atrio sinistro della basilica: DONATUS PAFUNDI EP. ASCULEN ET CERINIOLEN.
PALLADINO ANTONIO, MONS..., Venerabile – Compì gli studi nel seminario interdiocesano di Ascoli nel corso dei quali si laureò in sacra teologia presso l’università ecclesiastica Apollinare di Roma. Fu ordinato sacerdote dal vescovo mons. Angelo Struffolini il 6 gennaio 1905 nella cattedrale di Ascoli.
PEREGRINATIO MARIANA ADULTISSIMI di A.C. della riproduzione in ceramica dell’Immacolata, cara all’A.C. Nel 2019 l’icona dell’Immacolata ha fatto sosta in varie parrocchie e paesi della diocesi, ad Ascoli presso la parrocchia di S. Lucia.
PUCZILLO, località medievale di Ascoli. Il suo nome si trova in un atto di novembre 1200 dove si parla della divisione di un campo sito nella città di Ascoli nel luogo detto Puczillo, presso le terre dell’episcopio.
Dalla lettera “Q”
QUADRATO MAGICO DI ASCOLI. E’ stato rinvenuto nel 1994 nella proprietà rurale Bozzelli, in agro di Ascoli e il cui calco è stato fatto riprodurre dal dott. Francesco Paolo Maulucci di Accadia, responsabile scientifico per il paleocristiano della sovrintendenza archeologica della regione Puglia e fatto murare sulla parete esterna del salone Santissimo o mons. Vittorio Consigliere. Dal quadrato magico si ricava l’espressione Pater Noster dalle lettere disposte a croce greca.
Dalla lettera “R”
RUGGIERO CATERINA, SUORA. Nel 1818 fonda, nel monastero di S. Maria del Popolo, il convento delle suore di S.Alfonso Maria de’ Liguori, dette redentoriste o liguorine, con annesso un educandato femminile.
Dalla lettera “S”
SATRIANO, appellativo aggiunto alla città di Ascoli molto prima del 1860 come testimoniano scrittori del XVIII secolo; il termine non può provenire da una vicina Satricum, distrutta dai Romani nel 319 a.C. durante la seconda guerra punica, come asseriscono il Colamarco, la Marin Meluta, fidandosi dell’interpretazione che Pasquale Rosario dava di un passo di Tito Livio. E’ ormai noto a tutti gli studiosi, infatti, che la Satricum liviana era una città dei Volsci, presso Anzio, nell’attuale regione Lazio.
STINGI. Dal vocabolario della Crusca questa parola significa salita, cima, schiena dal latino clivus, iugum, pertanto la denominazione Stinci, legata all’andamento del terreno ha un’origine medievale giacché il monastero dei frati eremiti di S. Agostino (S. Maria del Popolo) fu fondato nel 1300 e nell’ Historia generale del sagro ordine eremitico, dell’anno 1680 si legge.”...quando l’ascolano vescovo di Ascoli dal 1397 al 1419 Francesco Pasquarello, già monaco agostiniano del nostro monastero di Ascoli di Puglia, si recava a visitare le nostre terre, site nel luogo detto li Stinci, scendendo per la strada ora denominata n.2, ma allora detta Via ad Stincos e risalendo per la strada ora denominata n.5, ma allora detta Via de Stincis, osservava ed esplorava tutta la nostra proprietà, perché le due strade erano, in realtà, un’unica via che correva attraverso tuttti li Stinci.
Dalla lettera “T”
TERREMOTI AD ASCOLI – Sono stati diversi e in vari anni: 1087, 1343, 1361, 1400, 1456, 1627, 1694, 1731, 1851, 1883, 1930 e 1980. (12 eventi calamitosi!).
Dalla lettera “U”
URBS TRIDENS – E’ un appellativo con il quale veniva chiamata Ascoli nel secolo XVI: cioè la città tridente, posta su tre colline. Questa dicitura si trova nell’iscrizione incisa sull’arco d’ingresso alla cappella di S. Giuseppe della cattedrale di Ascoli ed è stata fatta notare la prof.ssa Benedetto nei suoi studi.
Dalla lettera “V”
VICO OTTAVIANO SABETTI - Tanti si domandano chi era costui? Era un religioso redentorista che il 6 giugno 1874 ottenne, dall’amministrazione comunale di Ascoli, l’autorizzazione ad occupare 4 ettari di terreno sulla collina Torre Vecchia (oggi collina Pompei, il medioevale quartiere Frontino). Il 22 ottobre 1880 fu nominato vescovo ausiliare di Calvi e Teano (dove oggi è vescovo mons. Giacomo Cirulli) per cui i lavori furono interrotti e successivamente proseguiti dal canonico don Paolo Sannella per la costruzione della chiesa e dell’Istituto Pompei.
Dalla lettera “X”
XENODOCHIO- Al tempo del vescovo di Ascoli e Cerignola mons. Leonardo Todisco Grande in Ascoli esisteva uno xenodochio cioè un ospizio per pellegrini poveri o infermi e molti monti di pietà o legati pii con l’onere di erogare elemosine e dotare le orfane.
Dalla lettera “Z”
Chiudiamo con una nota folcloristica citando il nome ZIPPRO, cioè Il sig. Aventino Pietro, personaggio popolare incaricato di allestire la sagoma del ciuccio di S. Potito con fuochi d’artificio e tirarlo nella piazza mentre si accendevano i fuochi con i quali era coperto. Attività ereditata da un altro personaggio folcloristico chiamato Taruuss.