RELAZIONE SU S.GIOVANNA ANTIDA DI FRANCESCO CAPRIGLIONE

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In occasione della S. Messa, a devozione di S. Giovanna Antida Thouret e su richiesta di un gruppo di mamme dei bambini che frequentano l'asilo comunale già gestito dalle Suore di Carità, da celebrare giorno 17 dicembre 2013 del vescovo di Cerignola - Ascoli Satriano Mons. Felice di Molfetta lo storico e chiarissimo prof. Francesco Capriglione ha inviato la sua relazione integrale, richiestagli nel 2009 dal compianto parroco della cattedrale di Ascoli Satriano Mons. Leonardo Cautillo in occasione della venuta ad Ascoli delle reliquie della santa, dal titolo:
"I MISERABILI DI JEANNE-ANTIDE THOURET TRA RIVOLUZIONE FRANCESE E RESTAURAZIONE BORBONICA". Riproduciamo nella news alcuni brani. La relazione integrale si può leggere cliccando qui: https://www.anspiascolisatriano.it/node/951 - https://www.anspiascolisatriano.it/node/583

1. La prospettiva di questa mia relazione è volutamente parziale: presenterò l’attività sociale delle Suore della Carità da un punto di vista esclusivamente sociologico, muovendomi lungo un itinerario che prevede tre tappe: a) l’attività sociale delle Suore della Carità tra i miserabili della Francia; b) tra i miserabili di Napoli; c) tra i miserabili di Ascoli Satriano.

2. Dopo aver letto le varie biografie della Thouret, ciò che mi ha colpito di più della sua personalità è stata la virtù della fortezza. La sua immagine mi ha richiamato alla mente quel versetto biblico del libro dei Proverbi: “Mulierem fortem quis inveniet? Procul et de ultimis finibus pretium eius . Jeanne-Antide Thouret, una donna forte, inestimabilmente preziosa e apprezzata.

• Napoli, con circa mezzo milione di abitanti, dopo Londra e Parigi, è una città sovraffollata dalla concentrazione dei miserabili provenienti da tutto il regno. Solo 100.000 residenti hanno un lavoro produttivo. Tutti gli altri sono sottoproletari, speculatori, nobili fannulloni, contadini sfuggiti alla rapacità dei baroni rurali e venuti a tentare la fortuna in città, dove gonfiano la grande armata dei mendicanti e dei ladri.•
La recente soppressione di tutti i monasteri ha aggravato ancor più la miseria, lasciando alla loro fame e, talvolta, alla loro morte, tutti questi affamati, che mendicano lungo le strade della capitale del regno.

• Col decreto del 26 febbraio 1810 Gioacchino Murat autorizza “l’ammissione nel Regno dell’Istituto delle sorelle spedaliere della carità, dette di S. Vincenzo de’ Paoli” .

• Il 28 maggio 1810, giunge alla Thouret una lettera da parte della madre di Napoleone, in cui le viene notificata la proposta di Murat, assicurando che “arrivando a Napoli, le vostre Suore troveranno una bellissima casa tutta pronta a riceverle, una dotazione sufficiente per assicurare la loro sussistenza e il loro mantenimento” e che “il re di Napoli vuole che le opere di carità che saranno create nel suo regno siano, come quelle di Francia, sotto la protezione di Madama Madre. Così, nonostante la lontananza, le vostre Suore francesi avranno sempre su di loro gli sguardi materni di Sua Altezza Imperiale” .

• La Thouret accetta, scrivendo alla madre di Napoleone in data 10 giugno 1810.

• Le Suore della Carità accorrono dovunque ci sia bisogno di loro.

• E così arrivano anche ad Ascoli Satriano.

• Col Regio Decreto del 26 agosto 1853 alle Suore della Carità viene affidato l’Orfanotrofio di Ascoli Satriano, fondato, nel 1798, dal vescovo Emanuele De Tommasi:
“Ferdinando II, per grazia di Dio Re del Regno delle due Sicilie, di Gerusalemme ecc., Duca di Parma, Piacenza e Castro ecc., Gran Principe Ereditario di Toscana ecc.; veduto lo avviso della Consulta dei Nostri Reali Domini al di qua del Faro; sulla proposizione del Direttore del nostro Ministero, e Real Segreteria di Stato dell’Interno; abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue:
Art. 1. Approviamo, che nell’Orfanotrofio di Ascoli in Capitanata siano stabilite due Suore della Carità dell’Istituto di Regina Coeli, con l’obbligo di curare la istruzione delle fanciulle, e l’assistenza degli infermi in quell’ospedale civile”.

Qual è la condizione sociale di Ascoli Satriano, quando vi giungono le Suore della Carità?

• La popolazione soprattutto contadina con prole numerosa vive in condizioni abitative, igienico-sanitarie e alimentari insopportabili, per cui la mortalità è molto alta.

• Tra il 1849 e il 1854, pur in presenza di un alto indice di natalità, il saldo tra natalità e mortalità è passivo: - 465 abitanti.

• Nel 1853, gli abitanti sono circa 6.000, come attestano gli Atti del Sinodo Diocesano, celebrato nella cattedrale ascolana dal vescovo Leonardo Todisco Grande, dal 10 al 12 aprile 1853.

• Il terribile terremoto del 14 agosto 1851 ha semidistrutto Ascoli, tanto che nella piazza principale della città viene costruita una baraccopoli per i numerosi cittadini rimasti privi di casa e, a distanza di sei giorni dal terremoto, vengono estratti vivi dalle macerie della loro casa la moglie del segretario comunale Biase Metta, il figlio Fortunato e la loro domestica.

• Il 18 settembre 1851, Ferdinando II, accompagnato dal fratello Francesco Paolo, dal principe ereditario Francesco, dal Ministro Segretario di Stato dei Lavori Pubblici e dal Direttore del Ministero dell’Interno Salvatore Murena, viene a visitare Ascoli e a rendersi conto di persona dei gravissimi danni causati dal terremoto.

• Questa visita del re ad Ascoli e l’interessamento del vescovo Todisco Grande saranno determinanti ai fini dell’invio di alcune Suore della Carità da Napoli ad Ascoli.

• Tra il 1854 e il 1910, le condizioni di vita degli Ascolani migliorano notevolmente, facendo registrare un saldo attivo tra natalità e mortalità, per cui la popolazione, nel 1911, raggiunge il numero di 9.219 abitanti.

• Lettera del 5 maggio 1912 della Superiora Suor Maria Immacolata Fiorioli all’Amministrazione Comunale di Ascoli Satriano:
“Data l’indole di questo paese, dedito unicamente all’agricoltura, s’imporrebbe necessità d’istituire una Scuola Infantile la quale di preferenza accogliesse i bimbi de’ contadini, abbandonati per le lunghe giornate di lavoro in sulle pubbliche vie, e quivi esposti ad ogni maniera di pericoli fisici e morali. Posto ciò la sottoscritta, desiderosa d’accingersi a tal opera prima dell’incominciarsi de’ lavori estivi, prega caldamente V. S. Ill.ma voler prendere a cuore detta propria privata iniziativa”.

• L’Amministrazione Comunale esprime il suo assenso con la deliberazione del 18 maggio 1912, per cui nel mese di settembre del 1912 le Suore della Carità fondano l’Asilo Infantile privato.

• Lettera del 5 maggio 1912 di Suor Maria Paolina Orlandi all’Amministrazione Comunale:
“Già da tre anni, a privata iniziativa della sottoscritta, si è istituita in questa città una scuola di cucito e ricamo d’ogni genere a vantaggio delle figlie del popolo, la quale ha dato sinora splendidi risultati. Si desidererebbe adunque annettervi, per ora, una sezione maglieria”.

• Nonostante l’incremento della natalità, prima la grande guerra mondiale e poi la “spagnola”, che miete centinaia di vittime, riducono la popolazione ascolana, nel 1921, a 8.572 abitanti.

• In queste situazioni le Suore della Carità prestano la loro opera assistenziale sia presso l’Ospedale Civile di Ascoli sia al domicilio dei malati.

• Negli anni 1918-1919 assistono nel locale Lazzaretto i malati colpiti dalla terribile “spagnola”.

• Lettera del 1° maggio 1926 della Direttrice dell’Asilo Infantile, Suor Maria Leocadia Fiorioli, all’Amministrazione Comunale:
Nel primo dopoguerra, l’Asilo Infantile, accogliendo gratuitamente “gli orfani di guerra, i figli delle vedove bisognose, tutti insomma i bambini poveri”, registra, nel 1925, un passivo di lire 2307,25, a causa della mancata liquidazione dei crediti da parte dell’Amministrazione Comunale, da cui ormai dipende l’Asilo Infantile.

• In precedenza, l’Asilo Infantile ha avuto il sostegno della locale Congregazione di Carità. Poi, con Delibera Comunale n. 55 del 23 dicembre 1925, si dichiara la necessità di istituire l’Asilo Infantile Comunale in base al Regio Decreto n. 2185 del 1923, che riconosce gli Asili come istituti di educazione, per cui dal 1° gennaio 1926 l’Asilo Infantile passa alle dipendenze del Comune.

• Perciò, nella sua lettera del 1° maggio 1926, Suor Leocadia Fiorioli ricorda all’Amministrazione Comunale che “divenuta ora obbligatoria per legge la prescolastica istituzione, non è forse per Ascoli e per Codesta Spettabile Amministrazione Comunale vera fortuna il trovarsela già costituita ed in pieno funzionamento?”.

• Quindi, nel mese di agosto del 1926, viene stipulata una convenzione tra l’Amministrazione Comunale e le Suore della Carità per il funzionamento dell’Asilo Infantile “Regina Margherita” di Ascoli Satriano.

• Intanto, nel 1925, l’Orfanotrofio è stato soppresso per mancanza di mezzi.

• Questa è una storia che si replica a soggetto: chi governa spesso toglie ai poveri per dare ai ricchi.

• Spesso il ricco è miope, per cui tiene lontani dalla sua mensa bulimica i lazzari miserabili: non riesce a vedere e prevedere che, un giorno, quei milioni di lazzari potrebbero diventare lazzaroni e sfondare il portone della dorata sala da pranzo dei suoi discendenti.