E' alloggiato presso il Convento di S. Maria del Popolo nella via omonima. Ospita il Museo Diocesano, sul piano prima, il museo civico “P.Rosario”nel piano terra. E’ stato inaugurato il 28 luglio 2007 dal vescovo di Cerignola-Ascoli Mons. Felice di Molfetta e del Sindaco di Ascoli Satriano Antonio Rolla e alla presenza del Presidente della Provincia di Foggia e del Prefetto di Foggia e numerose autorità religiose (il Vescovo Abate dell’Abazia di Montecassino) e civili. Primo Direttore è stato Mons. Leonardo Cautillo, Parroco della Cattedrale di Ascoli Satriano, deceduto il 26 luglio 2010 dopo 40 anni di vita sacerdotale. Il 31 ottobre 2007 il Vescovo Mons. Felice di Molfetta, in occasione della festa di tutti i santi, inaugura la sezione itinerante “Reliquie” che resta nel museo per il mese di novembre. Il Museo Diocesano, si trova al primo piano. Con la quadreria, disposta in varie sale, comprende tele del XVIII sec. raffiguranti principalmente la Madonna, Santi Gesuiti, Maria Maddalena, provenienti da Ascoli Satriano, Cerignola e Orta Nova, di locali autori ignoti ma anche di grandi artisti come de Maio e de Matteis. Le sculture, prevalentemente di carattere cultuale, raffigurano soprattutto Santi. Di particolare pregio è la Madonna con Bambino in trono proveniente da Cerignola, databile tra il XIII e il XIV secolo. Anche la sezione degli argenti è pregevole: tra gli ostensori, i calici, i pastorali, un posto d’onore ha la piccola pace raffigurante la Madonna della Purificazione di Candela. Un oggetto particolare è anche la Croce intarsiata di avorio e madreperla riccamente figurata proveniente da Rocchetta S. Antonio. L’ultima sezione riguarda i ricchi paramenti liturgici in seta ricamata in oro. Su questo primo piamo è stata allestita una sezione archeologica che ospita i famosi grifoni" di Ascoli di marmo policromi. A pian terreno si trova il museo civico-archeologico dedicato a "Pasquale Rosario" veterinario di Ascoli, storico e cultore di archeologia che ha lasciato al Comune di Ascoli la sua grande collezione di manufatti archeologici.
Il Polo Museale Archeologico Civico-Diocesano, istituito nel 2007 inglobando il Museo Civico "Pasquale Rosario", è ospitato presso il duecentesco monastero che ospitò prima i Padri Eremiti dell'Ordine di Sant'Agostino, poi le Suore Redentoriste di Sant'Alfonso Maria de Liguori e fino al 1961 le Suore Domenicane del SS. Sacramento. Oltre alla collezione numismatica appartenente allo storico ascolano e ai beni del museo diocesano, che conserva gran parte del patrimonio ecclesiastico delle chiese della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, dal 2010 ospita la mostra permanente "Policromie del Sublime", comprendente una collezione di pezzi in marmi policromi rinvenuti in località Faragola e restituiti all'Italia dal Getty Museum di Los Angeles, dove erano esposti dopo il trafugamento. Tra i pezzi conservati, vi è l'unicum del Trapezophoros, sostegno di mensa con grifoni che sbranano una cerva (importante opera presente al EXPO di Milano).
Il 5 dicembre 2015 il vescovo uscente Mons. felice di Molfetta si autodedicava il Polo Museale che appunto, da tale data, viene chiamato "Polo Museale Mons. Felice di Molfetta", nonostante le polemiche dei cittadini ascolani che vedono strano che un personaggio si dedichi o gli viene dedicato un sito, mentre è vivente.
Su questo è intervenuta anche la stampa ed esimi personaggi come il prof. Francesco Capriglione (storico locale) che, per commentare l'autoesaltazione del vescovo, ha utilizzato quanto don Lorenzo Milani ben 55 anni fa scriveva sui vescovi: <5 dicembre 2015. Cerimonia di intitolazione del Museo Ecclesiastico Diocesano di Ascoli Satriano al vescovo dimissionario, mons. Felice di Molfetta, presso l’Auditorium Diocesano del Polo Museale ascolano. Discorso di autoesaltazione del vescovo dimissionario, contornato, a destra, dal sindaco di Ascoli Satriano, Savino Danaro, e, a sinistra, dal Vicario Generale della diocesi, mons. Carmine Ladogana, il quale, dopo aver lungamente esposto i grandiosi meriti di mons. Felice di Molfetta,(dimenticando quelli dei suoi collaboratori quali il defunto e compianto parroco della cattedrale di Ascoli Satriano mons. Leonardo Cautillo che, a detta delle varie amministrazioni comunali succedutesi, dei cittadini, di vari personaggi locali e dei fedeli, è stato il vero promotore della istituzione del museo diocesano e civico invitando il vescovo a sottoscrivere, con l'amministrazione Rolla, un atto con il quale la diocesi di Cerignola - Ascoli Satriano e comune di Ascoli Satriano potessero partecipare al concorso, indetto dalla Regione Puglia, per la valorizzazione dei musei e di strutture utili per tale scopo) rivolgendosi all’uditorio plaudente, cui sottolineava “il bisogno di dare il nome a tutto quello che qui vedrete”, concludeva entusiasta: “Il nome non poteva essere che quello di Felice di Molfetta”>.
Come non commentare tutto ciò col rammentare quanto scriveva, 55 anni fa, don Lorenzo Milani?
“No, via, bisogna confessarlo, nessuno di noi si è curato di educare il suo vescovo e se tanti vescovi vengon su come li vediamo, sicuri di sé, saputelli, superbi, ignoranti, enfants gâtés, come potremmo voler male a uno di loro, noi che non abbiamo fatto nulla per tender loro una mano e riportarlo al mondo d’oggi e alla umiltà cristiana e alla giusta gerarchia dei valori? E quel loro essere così non è per la Chiesa un male molto più grande di quanto non lo potrà essere quel po’ di turbamento che in qualche animo debole faranno certe critiche? È meglio conservare il piedistallo alto nell’illusione di coprire un po’ alla meglio la vuotezza dei vescovi o è meglio buttar giù il piedistallo e ottenere, per mezzo di un po’ di critica, vescovi capaci di non dire sciocchezze? Non vien voglia di dire al vescovo ciò che si pensa. È più comodo trattarlo coi soliti dorati guanti di menzogna che danno modo a lui e a noi di vivere senza seccature. Ed egli intanto cresce e matura e invecchia senza crescere né maturare né invecchiare. Fa errori puerili, s’intende di tutto con la beata incoscienza di un infante. E come potremo non reagire a questo fatto assurdo? Il rispetto? Tacere non è rispetto. Meglio essere irrispettosi che indifferenti davanti a un fatto così serio. Le informazioni a un vescovo da dove credi che arrivino? Creature sono, creature fallibili, spesso creature maliziose quelle che giorno per giorno hanno l’onore di formare il pensiero del vescovo. Che orrore! E noi bisogna star zitti? Perché noi zitti? Son più bellini quegli altri? E poi c’è la figura patetica di quell’uomo prigioniero nell’informazione reticente e nell’ossequio vile. E fa pietà non solo per i cristiani e per i lontani che egli ingiustamente ha disorientato, ma anche per lui stesso. Un prigioniero bisogna aiutarlo e liberarlo e tanto più quando è prigioniero il nostro padre. Se non gli sbraneremo il muro di carta e non gli dissolveremo il muro di incenso, Dio non ne chiederà conto a lui ma a noi”[LORENZO MILANI, Perché tacere? (Vicenza, La Locusta, 1968)].
Precedentemente il prof. Francesco Capriglione aveva scritto a proposito:
INTERSEZIONI EPISCOPALI
Avendo già deciso di partecipare alla cerimonia di intitolazione del Museo Diocesano a mons. Felice di Molfetta, vescovo ormai esodante ma ancora vivente, gli Amministratori comunali di Ascoli Satriano, per controbilanciare il peso di tale atto spudoratamente indecente, “si giuntarono; e dopo mille riverenze, complimenti, preamboli, sospiri, sospensioni, proposizioni in aria, tergiversazioni, strascinati tutti verso una deliberazione da una necessità sentita da tutti, sapendo bene che giocavano una gran carta, ma convinti che non c'era da far altro”, il 24 novembre u. s., con deliberazione n. 236 (Prot. n. 13582 del 26-11-2015), avente per oggetto: “Intitolazione Piazzale comunale a S. E. Mons. Vittorio CONSIGLIERE, Vescovo della Diocesi Ascoli Satriano e Cerignola”, hanno intempestivamente decretato “di intitolare l’area esistente nel centro abitato di questo Comune nell’intersezione tra la strada interna denominata Via Libero Grassi, la strada interna denominata Via Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la strada interna denominata Via San Vito e la strada interna denominata Via Giuseppe Ciotta, come evidenziata nell'allegata planimetria, al compianto S. E. Mons. Vittorio CONSIGLIERE, nel 70^ anniversario della Sua morte e Vescovo della Diocesi Ascoli Satriano e Cerignola dal 1 settembre 1931 al 15 marzo 1946, con la denominazione di Piazzale Mons. Vittorio CONSIGLIERE”.
Ma intitolare un’area che, più che un piazzale, sembra un “crocevia” ubicato nella terra di nessuno, non significa forse offendere sia la memoria di un vescovo “defensor civitatis”, da tutti amato e stimato, vissuto e morto in povertà, sia la memoria riconoscente di tutti gli Ascolani? Tanto più, quando si costruisce (casu vel arte?) un’intersezione temporale con l’intitolazione del Museo Diocesano a un altro vescovo, vivente ed esodante.Ora, appellandomi alle vaste e profonde cognizioni di teoria degli insiemi, di geometria analitica e di topologia algebrica, possedute dalla Giunta Comunale ascolana, e considerato che:
- dicesi intersezione l’insieme degli elementi comuni a due o più insiemi,
- l’intersezione in oggetto ha luogo tra la retta della rettitudine di Vittorio Consigliere e il paraboloide iperbolico di F.di Molfetta,
- la retta in oggetto è secante il paraboloide iperbolico supposto,
chiedo alla Giunta Comunale di Ascoli Satriano di trovare le possibili equazioni differenziali della retta in oggetto e del suddetto paraboloide iperbolico ad asse di simmetria sia verticale che orizzontale, calcolando il numero dei loro punti di intersezione.
A me, che non sono né hamiltoniano né perelmaniano, sembra che il discriminante delle suddette equazioni di secondo grado sia Δ < 0, per cui, non essendoci nessuna soluzione di tali equazioni, non può esistere nessun punto di intersezione tra i due insiemi episcopali, con buona pace della comunità civile ed ecclesiale ascolana.
Lascio, comunque, ai congiunti della Giunta l’onere della probatio in contrarium relativa alla funzione iniettiva di un dominio episcopale, che, durante la autoesaltante cerimonia di intitolazione del Museo Diocesano, ha visto tutti i civici Amministratori ascolani ignorati, sminuiti e misconosciuti nel costoso ruolo da loro svolto a beneficio dell’intero Polo Museale.
Quanto, infine, all’equivoco che sarebbe stato causato dall’uso di termini come “Polo Museale” e “Complesso Museale”, qualsiasi clericus dovrebbe conoscere la distinzione scolastica tra “aequivocus a casu” ed “aequivocus a consilio”; infatti, mentre il primo “dicitur de pluribus secundum rationem omnino diversam”, il secondo “convenit pluribus secundum rationem partim eamdem, partim diversam”, come spiega l’Aquinate: “Nam in his quae sunt a casu aequivoca, nullus ordo aut respectus attenditur unius ad alterum, sed omnino per accidens est quod unum nomen diversis rebus attribuitur: non enim nomen impositum uni significat ipsum habere ordinem ad aliud. Amplius. Ubi est pura aequivocatio, nulla similitudo in rebus attenditur, sed solum unitas nominis. Item. Quando unum de pluribus secundum puram aequivocationem praedicatur, ex uno eorum non possumus duci in cognitionem alterius: nam cognitio rerum non dependet ex vocibus, sed ex nominum ratione. Adhuc. Aequivocatio nominis processum argumentationis impedit”(Summa contra Gentiles, I, 33), “quia in his quae sunt pure aequivoca per casum et fortunam, ex uno non cognoscitur alterum”(Scriptum super Sententiis, I, 35, 1, 4).Per la qual cosa, in fin dei conti, sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum.
E ancora:
SETTE DOMANDE ALLA CASA DEI DOGANIERI
- Perché citare a sproposito Mt 10, 14: “Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi”?
- Perché assimilare fallacemente il rifiuto della “buona notizia” cristiana al rifiuto della (buona o cattiva, a seconda dei punti di vista) notizia dell’intitolazione di un museo?
- Perché ignorare o celare artatamente il Sitz im Leben di quel testo evangelico?
- Chi è libero di servire due padroni con-per-in-curia vescovile?
- Perché la simbiosi di servilismo e carrierismo continua a non pagare alcun dazio alla dogana ecclesiastica?
- Perché tosare le pecore frigido corde ad maiorem episcopi gloriam?
- Perché non citare piuttosto Qohelet 1, 2: “Vanitas vanitatum”?
Ed anche:
Leggo sul sito web della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano l’invito alla “Cerimonia di intitolazione del Polo Museale Diocesano a Sua Eccellenza Mons. Felice di Molfetta Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano 2000-2015 Sabato, 5 dicembre 2015 ore 10,30”, a firma del Sindaco della Città di Ascoli Satriano, Sig. Savino Danaro, e del Vicario Generale della Diocesi, Mons. Carmine Ladogana. Ora, poiché nello stesso invito leggo: “Intitolazione del Polo Museale a Sua Ecc. Mons. Felice di Molfetta” e “Polo Museale di Ascoli Satriano, Museo Civico Archeologico e Museo Diocesano” e giacché il Museo Civico Archeologico di Ascoli Satriano è intitolato a Pasquale Rosario, chiedo alle Autorità Civili e Religiose:
1) Quanti poli ci sono?
2) Quale polo viene intitolato?
3) Se c’è un solo polo, a quale titolo lo si divide in parti, in un opportunistico gioco delle parti?
4) È tanto magnetico questo polo da attrarre la “sacra fames” d’immortalità di un vescovo esodato o esodante, cui, da vivente, s’intitola spudoratamente un museo?
5) È questo il modo di rendere “veramente felice”, in un processo di beatificante beatificazione, “se interpretata val come si dice”, un “servus servorum rei”?
6) Quanto dista la stella polare di un Francesco da quella di un Felice?
7) Quello della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano è un così “vedovo sito” da non riuscire a porre “mente a l’altro polo”?
Felix qui potuit rerum conoscere causas
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