FESTA E FIERA DI S. LUCIA AD ASCOLI SATRIANO

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Il culto a S. Lucia rappresenta il nucleo centrale delle manifestazioni del 13 dicembre che vedono una larga partecipazione popolare. Moltitudini di pellegrini e fedeli affluivano alla vecchia chiesetta dedicata alla santa, oggi tale moltitudine di pellegrini e fedeli affluiscono nella nuova chiesa dedicata a S. Lucia nel quartiere detto, una volta, INA CASA. La chiesa dedicata il giorno 12 ottobre da Mons. Mario Di Lieto, Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola nel 1977 è anche parrocchia. La statua di gesso esistente nella vecchia chiesa di corso Umberto I è attualmente nella Chiesa parrocchiale di S. Lucia in via Abruzzi. L'enorme folle , una volta adempiuti la visita alla santa e aver partecipato alle cerimonie religiose con la messa e, alla sera, alla processione, durante tutto il giorno si riversano nelle strade cittadine, nelle quali vengono esposte merci e prodotti di ogni genere. In un documento ducale, risalente al 1771, si legge che il Duca della Città di Ascoli Satriano Don Sebastiano Marulli concede la "patente" di "Mastro Mercato" a tal D.Sebastiano d'Adriana. Con tale carica il Duca delega al Mastro Mercato onori, prerogative, gagi, emolumenti ed altre spettanze con mero e misto impero di imporre pene, ed esiggerle con dare a noi la rata...". Con tali disposizioni i magistrati: Sindaco ed eletti e tutta la Città che "in ogni occasione vi prestino aiuto e favore e che per tale vi riconischino, stimino, trattino ed ubbidischino per quanto loro è cara la nostra grazia, e sotto pena di ducati mille...". Il documento, datato dalla residenza del Palazzo Ducale il 9 dicembre 1771, ci informa che la durata della fiera era di otto giorni. Attualmente, come sappiamo,la fiera si tiene il solo giorno della festa della santa martire. La fiera di S.Lucia segnava l'insediamento delle greggi transumanti nelle "poste" e la conclusione della raccolta dei prodotti agricoli con le olive e successiva macina nei "trappiti". La fiera di Santa Lucia è stata fino a qualche decennio fa, e forse ancora è, una delle più importanti manifestazioni commerciali ascolane. Svolgendosi al termine dei più importanti cicli lavorativi agricoli, la fiera metteva in rilievo un carattere più generale, nel quale si poteva scorgere gli aspetti di una vera e propria fiera campionaria interessata a molteplici attività commerciali. L’esposizione e la compravendita delle merci facevano assumere, pertanto, al mercato un significato essenziale, rappresentando parte integrante della fiera, che aveva per protagonisti non solo agricoltori ed allevatori, ma anche operatori economici e commerciali di ogni ordine e livello oltre ai pellegrini e ai fedeli provenienti da tutti i paesi vicini per motivi esclusivamente di culto. Il culto di Santa Lucia rappresentava, e rappresenta ancora, il nucleo centrale delle manifestazioni del 13 dicembre, che vedeva una larga partecipazione popolare motivata da un ardore di fede non comune. Moltitudini di pellegrini e fedeli affluivano alla vecchia e piccola chiesetta dedicata alla Santa. Questa folla enorme, dopo aver adempiuto agli obblighi di fede, si riversava poi nelle strade cittadine, nelle quali erano esposte le merci e prodotti di ogni genere, da piazza Cecco d’Ascoli , oggi piazza Giovanni Paolo II, a corso Umberto, da via Garibaldi a via San Rocco, fino alla zona del Serpente, dove era il mercato del bestiame. La zona del Serpente non sempre era sufficiente a contenere l’esposizione del bestiame, quindi si rendeva necessario l’utilizzo anche di piazza Plebiscito e spesso anche la zona Torre Vecchia sulla collina Pompei, quest’ultima peraltro è stata, tanti anni fa, la sede ufficiale della fiera. Il mercato, nel quale veniva messo in vendita ogni genere di prodotto, ha assunto negli anni, man mano che la fiera del bestiame subiva un processo di decadenza continuo ed inarrestabile, un aspetto preminente nelle manifestazioni connesse alla festa di Santa Lucia. La meccanizzazione agricola ha infierito, infatti, un colpo mortale all’istituto secolare della fiera. E’ raro, ormai, vedere dei cavalli esposti nella fiera, dato il venir meno del loro valore nella economia delle aziende, che utilizzano per i lavori agricoli ogni genere di macchine. Attualmente non viene più utilizzata la zona Torre vecchia e la fiera si estende, dalla zona serpente, verso Via Cerignola.