MESSAGGIO NATALIZIO DEL NUOVO VESCOVO MONS.LUIGI RENNA AI FEDELI DI CERIGNOLA-ASCOLI SATRIANO

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E'significativa l'immagine utilizzata dal nuovo vescovo mons.Luigi Renna nel messaggio inviato ai fedeli della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano:papa Francesco che apre,in una città di periferia,in una nazione periferica e in un continente periferico,la prima porta santa.(una porta povera fatta di assi di legno)il giubileo della Misericordia.Grazie vescovo Luigi,hai già toccato il cuore dei fedeli della tua diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano.Hai detto che l'essere pastore con l'odere delle pecore è il tuo programma di vita e noi tutti, tuoi fedeli, preghiamo secondo i tuoi desideri e cioè che questo programma tu lo possa attuare. Dal messaggio: "Miei cari, vi raggiungo con gioia con questa lettera di auguri natalizi...prima di venire tra voi come vostro pastore, tra meno di un mese ... Nel mistero del Natale ... il Signore Gesù (vera Porta Santa) si è fatto vicino alle nostre vite. Il Verbo si fa carne e l'umiltà della stalla in cui nasce a Betlemme è una "porta" alla quale hanno accesso tutti, proprio tutti: i pastori che sono i primi ad adorarlo, i magi carichi di doni preziosi, e, nella fede, ciascuno di noi. Quando varchi quella porta che ti conduce al mistero del Natale, senti che ti devi "abbassare"(per entrare nella basilica della Natività perché la porta non è un portale suntuoso ma una porticina bassa e stretta....Quando hai varcato quella porta, senti che solo
"abbassandoti" puoi comprendere il mistero del Natale, perché il Figlio dell'Altissimo si è abbassato prima di te,per poter entrare in un dialogo nel quale vuole restituirti la tua dignità di creatura amata da Dio, riscopre di essere "a sua immagine e somiglianza". Questo abbassamento di Dio lo vedi nel Bambino avvolto in fasce, presagio di quelle bende che lo avvolgeranno quando sarà deposto dalla croce, e circondato da umili pastori che vedono un bimbo uguale ai loro figli, ma ai quali è stato annunciato che "è nato il Salvatore che è Cristo Signore" (Lc 2,11). L'abbassamento di Dio: perché? Non è più forte ed efficace un Dio che dall'alto della sua onnipotenza sa quale è il bene dell'uomo e provvede senza chiedergli "il permesso" di agire? No, non è questo il Dio che Gesù Crosto è venuto a rivelarci: Egli sa attendere i tempi dei nostri lunghi esami di coscienza, sa chiedere "se vuoi...", sa bussare alla porta del nostro cuore...Sì, Dio si è davvero abbassato per essere la Porta attraverso cui possiamo sperimentare la Misericordia...Un messaggio di Natale si potrebbe fermare qui, alla contemplazione dell'abbassamento di Dio. Ma i vangeli ci dicono anche che i pastori "se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello cha avevano udito e visto" (Lc 2,20), e che i magi "per un'altra strada fecero ritorno al loro paese" (Mt 2,12) per evitare di essere dei "collaboratori" di Erode.Sì, "usciremo" dalle feste di Natale quando saranno trascorse, passeremo dalla porta santa, ma la qualità di quel passaggio la si vedrà dopo, a "fari spenti", quando anche noi ci misureremo con la nostra quotidianità. La lode dei pastori, la loro intima soddisfazione per aver incontrato il Messia, il nuovo sentiero su cui si incamminarono i sapienti, ci dicono che se entri sa quella porta che è cristo vedi cose nuove e sei invitato ad aprire un'altra porta, per dare freschezza e nuova luce alla tua vita. Sei invitato a spalancare la porta della tua coscienza....le porte sono aperte, ma quanto è aperta la nostra coscienza a riconoscere che ha bisogno di misericordia? A volte siamo così pieni di noi stessi che ci sentiamo "a posto", inappuntabili e inattaccabili, così perfetti da non accettare neppure un'osservazione o una correzione fraterna. In pratica, non abbiamo bisogno che le porte sante siano state aperte, perché le varcheremo per chiedere perdono di qualche peccatuccio, non per essere uomini e donne nuovi, amabili, pacifici, uomini delle otto beatitudini. Se non ci lasciamo sconvolgere dalla misericordia, faremo un danno a noi stessi, e anche al mondo, perché l'avremo privato della luce e del sale che sono il senso della nostra presenza di cristiano sulla terra. E allora fermiamoci sulla soglia della porta che è Cristo e pensiamo che ha da darci e dirci qualcosa. ce lo dicono le tre immagini che ho posto su questo messaggio, che forse vi sembreranno poco adatte ad un biglietto augurale, ma è con esse che voglio augurarvi che il Natale nell'Anno della Misericordia cambi la vostra vita. La porta di Bangui: si è spalancata per prima, perché una popolazione fatta di poveri e di sfruttati possa celebrare l'Anno della Misericordia, proprio come noi. ...Entriamo anche noi per la porta di Bangui: ci attende la contemplazione della Misericordia di Dio, quella di cui Maria dice che "ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuoti" (Lc 1,52-53). Ma l'esperienza della Misericordia ci chiederà poi di tornare "per un'altra via" alla nostra quotidianità, seguendo strade di giustizia, senza compromessi con gli Erode del nostro tempo che attentano al futuro dell'umanità. C'è poi la porta santa di San Pietro in Vaticano attraversata da Benedetto XVI. Quell'immagine ha commosso tanti, ha commosso anche me, per due motivi. Il primo è che mi ha mostrato ancora una volta un uomo fragile per l'età e la precarietà della salute, capace di vivere nel nascondimento gli ultimi anni della sua vita, che sente anch'egli il bisogno di Misericordia. Tanta gente nella Chiesa è così: non fa rumore, ma edifica nella carità, vive nell'ombra della discrezione, ma fa tanto bene agli altri.... Ma c'è un altro motivo che mi ha commosso: il gesto di delicatezza e di comunione di papa Francesco che accoglie questo suo confratello più anziano e ci indica che varcare la porta della Misericordia significa, nelle famiglie, nella Chiesa, nella società, riscoprire il senso della comunione. Il nostro nome di cristiani è carità; il nostro imperativo è la comunione, data e accolta in umiltà. Varchiamo la porta della Misericordia per scoprire che la comunione è la prima beatitudine a cui essa ci chiama. E infine la mano di un bambino che bussa alla porta, alla porta più santa, non fatta da artigiani, ma da Dio stesso, la porta della nostra coscienza. Vi bussa un bambino: che rumore può fare?ma sappiamo che Dio è così: quando parla alla coscienza è tenero e delicato, come il picchiare di un bimbo ad una porta. Gli apri non perché bussa forte, ma perché è un bimbo...Una delle immagini con cui Dio presenta se stesso nell'Apocalisse è proprio di uno che bussa: "Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno mi apre cenerò con lui ed egli con Me"...La misericordia di Dio può tanto, ma solo se apriamo la nostra coscienza essa opera, perché Dio ha così rispetto di noi, che non opere se noi non glielo permettiamo. Sant'Agostino diceva: "Dio che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te". A Natale bussa al tuo cuore, alla tua coscienza: ti ricorderà che ci sono legami spezzati che potresti cominciare a riannodare; ti farà sentire il rimorso per qualcosa che non è coerente con la tua vita di cristiano e la tua dignità di uomo; ti farà sentire nostalgia di una vita più autentica, fatta di speranze che prima forse coltivavi e che poi hai accantonato bollandole come illusioni. Egli bussa e ti inquieta il cuore. Non ti giudica, vuole solo darti misericordia. Vedi: io credo che solo coloro che si lasciano inquietare da Dio, gli aprono il cuore e cambiano vita. Sono gli unici che possono sperimentare la misericordia. Telo ricordo con una bella pagina della letteratura italiana, de I promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Nel capitolo XXIII si descrive l'incontro tra il cardinal Federico Borromeo e l'Innominato, un uomo spietato e violento che rimane turbato da una parola di Lucia che gli dice: "Per una sola opera di misericordia Dio perdona tanti peccati". Ebbene in questo dialogo tra il cardinale e l'Innominato, si dice questo: "Dio v'ha toccato il cuore, e vuol farvi suo", disse il cardinale (all'Innominato). (Replicò l'Innominato) "Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Dov'è questo Dio? (E il cardinale) "Voi me lo domandate? Voi? E chi più di voi l'ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v'opprime, che v'agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo v'attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d'una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l'imploriate? Solo chi si lascia provocare e "inquietare" dal Vangelo e dallo sguardo sincero dell'altro, sente il bisogno di cambiare vita, di rinnovarsi, e sa che le proprie forze non gli bastano: esigono la misericordia di Dio, il perdono dei fratelli. Se il nostro cuore sarà inquieto sotto i colpi del Signore Gesù che bussa, allora saremo sicuri di aver bisogno della Misericortdia. Non dobbiamo avere paura di aprirGli. BUON NATALE!BUON ANNO DELLA MISERICORDIA!(... Vostro Luigicontinua)