FLAGELLA POTITO

In un articolo del frate francescano ascolano P. Vincenzo Gallo, apparso su "Cronache della Cattedrale" del 1993, edito dal parroco mons. Leonardo Cautillo si parla di un ragazzo di nome Flagella Potito di Antonio il quale nel giorno della sua prima comunione, distrattamente, aveva bevuto un sorso d'acqua e quindi non poteva fare più la comunione, come si usava rigorosamente allor per il digiuno eucaristico dalla mezzanotte. Nel suo articolo P. Vincenzo Gallo, O.F.M., compagno di Potito Flagella ed anche lui ragazzo di prima comunione, così scrive. "il nuovo vescovo (mons. Vittorio Consigliere) venuto a conoscenza dell'innocente episodio dal gran brusio misto al pianto del ragazzo e da qualche rimprovero del papà al figlio, decise, con molta saggezza, di dare la prima comunione a Potito nella cappella privata, in seminario, il giorno successivo il 25 aprile 1932. Intanto il vescovo disse al papà di lasciare il figlio con il suo gruppo a partecipare, in tutto, alla cerimonia collettiva della prima comunione. A un cenno del parroco i ragazzi si avvicinarono processionalmente verso la cattedrale dove si fermarono dinanzi al battistero per le rinnovazione delle promesse battesimali. Dopo presero posto nei banchi della navata centrale. All'omelia il vescovo, con parole semplici adatte all'età dei ragazzi, commentò la pagina evangelica del "lasciate che i fanciulli vengano a me" e si disse contento di iniziare il suo servizio episcopale con una cerimonia così significativa e suggestiva. Si raccomandò alle loro preghiere e concludendo disse:" il Gesù della prima comunione, cari bambini, vi sia sempre accanto sulle strade della vita".