GUIDONE ARCELLA, FEUDATARIO DI ASCOLI

Morto senza discendenza il feudatario Corrado Capece, il feudo di Ascoli fu ceduto a Guidone Arcella che ebbe il possesso per donazione del re Carlo d'Angiò, cos' come è citato nell'opera del Giustiniani (L. Giustiniani, Dizionario Geografico ragionato del regno di Napoli, Bologna 1969-rist.anast. del 1797-,Tomo II, pag. 12 e segg.).
La famiglia Arcella o Arcelli che trova il capostipite in Enrico, ricordato nel 'Registro magno di Piacenza nel 1132, deriva come le altre casate piacentine fontanesi, dalla consorteria di famiglie denominate "da Fontana" a partire dall' XI secolo, che, a sua volta, trae origine dai signori "de vico vallencarii", ricordati in vari documenti fin dal X secolo. Le origini del loro cognome derivano probabilmente dal nome della omonima località in Val Tidone, che potrebbe essere "ara coeli". Molti membri della famiglia si distinsero nelle armi e nelle alte cariche ecclesiastiche. Gli esponenti di questa famiglia, Giannone e Ferracino, giunsero nel regno di Napoli con Federico II che li aveva fatti prigionieri. Da questi discesero gli Arcella che si imparentarono con le più importanti famiglie aristocratiche napoletane tanto da essere annoverati al seggio di Capuana per la riconosciuta nobiltà. La casa ta degli Arcella si estinse intorno al 1500 per mancanza di figli. La loro arme è di Rosso alla croce scaccata di due file (fontanese) di Azzurro e d'Argento. Dagli Arcella, il feudo di Ascoli ritornò alla Regia Corte e nel 1284 fu ceduto ai d'Aquino. (da Lucia Lopriore, Ascoli di Capitanata tra il Medioevo ed Età Moderna, Foggia 2008).

Dalla "Serie dei vescovi che fu dato di scoprire da alcuni antichi manoscritti, soprattutto da quelli che si conservano in Ascoli nell'Archivio dei Padri eremiti di Sant'Agostino" e trascritti dal vescovo Mons. Todisco Grande si legge che in questo periodo la Chiesa di Ascoli era governa dal vescovo di nome Nigro (1265-1276), successivamente dal vescovo Benedetto (1276-1280) e poi dal vescovo Fra' Adamo (1280-1301).

Dalla "Series Episcoporum Ecclesiae Catholicae" del P. Pio Bonifacio Gams,O.S.B.,Graz,1873,pag.853, in questo periodo governa la Chiesa di Ascoli da un secondo vescovo anonimo (1267-1276) [quinto per la cronotassi ufficiale] , successivamente da terzo vescovo anonimo (1276-1280) [sesto per la cronotassi ufficiale] e poi dal vescovo Fra' Adamo (1280-1301).

Da "Le Chiese d'Italia - dalle origini sino ai nostri giorni" di G. Cappelletti, canonico veneziano, vol. XIX, ed. Giuseppe Antonelli,Venezia,1864,pag.143 il vescovo della Chiesa di Ascoli di questo periodo era un secondo vescovo anonimo (1267-1276) [quinto per la cronotassi ufficiale]: "ch'era frate francescano - il quale - fu consacrato vescovo di Ascoli nel 1267, dal cardinale vescovo di Albano, legato apostolico: del che ci assicura una lettera del papa Clemente IV, relativa alla chiesa di Caserta", successivamente un terzo vescovo anonimo (1276-1280) [sesto per la cronotassi ufficiale] "che è commemorato l'anno 1276 nel Regest. napoletano", poi dal vescovo Benedetto (1276-1280) che "è commemorato nel diploma, con cui Carlo I, re di Napoli, confermò nel 1280 il summentovato privilegio, concesso dall'imperatore Federigo II a favore di questa chiesa. E nello stesso anno 1280 il capitolo di Troja lo aveva eletto a suo vescovo, ma il papa Nicolò III non ne volle approvare l'elezione", infine "Fr. Adamo ne fu successore in quel medesimo anno 1280; ma non si sa di qual claustrale istituto egli fosse".

Dalla cronotassi ufficiale in questo periodo nella chiesa di Ascoli risulta un quinto vescovo anonimo, (1268- ?) e poi da un sesto vescovo anonimo (1270-1271), e successivamente dal vescovo di nome Benedetto (1274-1293)

Da: "Ascoli nel medioevo, una cronotassi dal 449 al 1490" di Francesco Capriglione, Foggia 1989 in questo periodo risulta che:
- nel 1268 il villaggio fortificato di Corneto, fedele a Corradino, chiama in aiuto contro i capitani angioini, che si trovano in Ascoli, i baroni ribelli, che si recano a Corneto per organizzarvi l'ultima resistenza. ma i contadini cornetani, filoangioini, tradiscono i filosvevi, che vengono giustiziati. Gli abitanti di Corneto vengono passati a fil di spada, le mura vengono abbattute, il villaggio saccheggiato, incendiato e raso al suolo;
- nel 1272 il re Carlo d'Angiò concede Ascoli in feudo a un ufficiale guelfo, Guido de Arcellis;
- nel 1276 è vescovo di Ascoli benedetto. Muore il feudatario ed Ascoli ritorna alla regia corte;
- nel 1280 è vescovo di Ascoli fra' Adamo, quando il 10 febbraio, il re Carlo d'Angiò conferma al capitolo ascolano il diritto di riscuotere le decime nel territorio di Ascoli, Candela e Corneto;
. nel 1284 Ascoli passa in feudo al conte Cristofaro d'Aquino [II], figlio di Margherita di Sangro, contessa d'Ascoli.