CAMPO SCUOLA A BRESSANONE: I SEMINARISTI DI CERIGNOLA-ASCOLI SI RACCONTANO

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Sabato, 15 Luglio, 2017

Dal 3 al 7 luglio u.s. si è tenuto a Bressanone il campo-scuola dei seminaristi della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano; ne danno notizia i seminaristi teologi Antonio Miele e Giuseppe Pio Di Donato attraverso le seguenti parole:

VOCAZIONI FRATERNE
«La paternità della vocazione presbiterale: dare la vita, far crescere la vita; non trascurare la vita di una comunità. E farlo con coraggio, con forza, con tenerezza. E voi – ha detto centottanta? – siete entrati in questa strada per diventare padri delle comunità»: queste sono state le parole rivolte dal papa alla nostra grande famiglia del Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI” di Molfetta, che a Roma, il 10 dicembre scorso, ha avuto il dono di incontrarlo in udienza.
Credo che esse esprimano in pienezza il senso e l’anima del Seminario, autentica palestra di dilatazione dei fragili perimetri del nostro cuore di credenti e di giovani uomini in cammino, per farvi entrare la gente e per dare alla gente le carezze di Gesù; luogo in cui quel cuore, incapace di dare un vestito di parole a un mistero che gli è dato di vivere e mai di possedere, si incammina per le vie di una paternità destinata a estendersi e a raggiungere ogni uomo e donna per farsi compagno nella notte dell’anima. E il Seminario è il luogo della consapevolezza di questo mistero che è la nostra vita e la nostra vocazione battesimale a essere figli prima che padri. Per questo, abitiamo questo spazio e tempo che è il Seminario nella fiducia di avere accanto fratelli maggiori che ci accompagnano nella scoperta di una Bellezza che nel Vangelo vuole essere raccontata.
Siamo un gruppo di otto ragazzi, provenienti da diversi paesi della nostra diocesi, che nella grande comunità di Molfetta vive in compagnia di altri centosettanta giovani della Puglia, accomunati da un fuoco nel cuore e da un percorso che ci fa fratelli: Vincenzo Giurato (VI anno), della comunità parrocchiale di S. Gioacchino in Cerignola; Antonio Miele (V anno), della parrocchia della B.V.M. dell’Altomare in Orta Nova; Michele Murgolo (IV anno), della comunità di S. Francesco d’Assisi in Cerignola; Hermann Rarkotonirina Nomenjahanary (IV anno), seminarista del Madagascar ospitato dalla nostra diocesi nella parrocchia della B.V.M. dell’Altomare; Giangiacomo Morese (III anno), della comunità parrocchiale della Purificazione della B.V.M. in Candela; Pasquale Strafezza (II anno), della parrocchia di S. Gioacchino; io che vi scrivo, Giuseppe Di Donato (II anno), della comunità parrocchiale di San Domenico in Cerignola; Antonio Minutilli (I anno), della parrocchia della B.V.M. Addolorata in Orta Nova.
Così, noi tutti, dopo l’esperienza di un intenso anno formativo, insieme con il nostro vescovo Luigi, don Vincenzo Dibartolomeo, rettore del seminario minore diocesano, e don Gianluca Casanova, abbiamo vissuto, nella distensione dei primi giorni di luglio, il campo scuola estivo diocesano come occasione propizia di sintesi e di scoperta e conoscenza di chi ci è fratello in modo più intimo e profondo.
Abbiamo visitato i bellissimi luoghi del Südtirol-Alto Adige dove, godendo un po’ il fresco e la bellezza artistica e paesaggistica, abbiamo vissuto momenti di formazione e sano relax: la straordinaria Bressanone, nel cui Seminario Maggiore abbiamo alloggiato, con la sua eclettica cattedrale e il ricco museo civico e diocesano; Campo di Tures con le sue meravigliose cascate di Riva, che costituiscono uno spettacolo naturale mozzafiato e con il caratteristico sentiero francescano, culminato nella celebrazione eucaristica; la vivace abbazia di Novacella, rinomata per la sua imponente biblioteca e per la sua ottima produzione vinicola; Vipiteno e le scroscianti cascate di Stanghe.
Giornate uniche, dunque, spese a contatto con la Natura che, nella meraviglia che desta, si fa preghiera e lode; giornate di riflessione e di confronto in cui il nostro vescovo, sollecitando una certa sensibilità su alcuni temi che sono centrali per la Chiesa nazionale e diocesana, si è interrogato sul prossimo sinodo dei vescovi italiani su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
Sono stati pertanto momenti preziosi in cui è stato possibile conoscere il valore dato dal suo pastore ai piccoli e importanti passi di una Chiesa, non solo maestra di discernimento, capace di incoraggiare, accompagnare, integrare, ma anche di una Comunità che, spendendosi con e per gli ultimi, nel centro “S. Giuseppina Bakhita” si fa prossima a quegli uomini e donne, per cui lo stigma del pregiudizio fa più male della fame e dello sfruttamento. Un campo scuola tutto per noi, insomma, in cui abbiamo ricevuto il dono di una parola nuova con cui il vescovo Luigi ci ha incentivato a camminare insieme perché possa spandersi nell’aria un profumo di “profezia” che continua a stupire e affascinare, a essere l’uno per l’altro “lievito di fraternità”, di quella fraternità che è «afflato spirituale, condivisione delle gioie pastorali, luogo in cui fatiche e ferite possono essere curate, sopportate e superate».
Chiamati da Dio a essere padri con quella stessa paternità con cui Egli è padre, nell’oggi viviamo da figli e fratelli, continuamente sorpresi di essere stati cercati per primi. Ecco perché non posso non concludere questo mio “raccontarci” con un invito alla preghiera perché ognuno possa scoprirsi amato, cercato, chiamato a quel progetto di felicità che con Dio deve sognare e realizzare.

Antonio Miele e Giuseppe Pio Di Donato