L'artista Salvatore Luca Tota presenta un racconto in cui sono nominati i comuni della provincia della Daunia:
ACCÀDIA un tempo che nel ROSETO di VALFORTORE, SAN FERDINANDO
si mise a ridere a CARAPELLE vedendo fare una SERRACAPRIOLA ad un ANZANO di PUGLIA sotto il CASTELLUCCIO DI VALMAGGIORE.
Allora SAN FERDINANDO propose all’ANZANO signore di farsi un’APRICENA con due olive di ASCOLI SATRIANO, insieme in MATTINATA, nell’antico VICO di SAN SEVERO.
«Due BICCARI di vino DELICETO accompagnati da qualche ISCHITELLA fritta ti CÀGNANO la giornata!» Disse il vecchio ANZANO.
«Dopo ci facciamo una partita a ROCCHETTA?» disse il santo.
Arrivò intanto una donna avvenente e disse: «Piacere mi chiamo MARGHERITA di SAVOIA ma per tutti son la bella di CERIGNOLA, or ora arrivo e per TROIA sono in partenza.
Son stanca MOTTA, posso accomodarmi con voi intanto a questa mensa?»
«Certamente ora et sempre» disse il Santo in CARLANTINO.
Passò allora di là per la CIVITATE un BOVINO dal VOLTURINO sulla ORTANOVA.
Era carico di fracchie di SAN MARCO ed aveva una bella FOGGIA, gli zoccoli duri come la PIETRA di MONTECORVINO e girava intorno a una fontana in tondo come SAN GIOVANNI ROTONDO.
Il BOVINO li vide, si fermò e dall’alto come seduto su un POGGIO IMPERIALE, disse ai tre TRINITAPOLI seduti al TAVOLIERE:
A voi... Sua CELENZA SAN FERDINANDO, a te ANZANO DELLE PUGLIE e lei MARGHERITA DI SAVOIA che FAETO qui? Adesso devo STORNARA a TORREMAGGIORE prima che va via la LUCERA, ma se vi va, ci si VIESTE per bene con bei PANNI e si va con una CANDELA tutti insieme a STORNARELLA alla festa della birra.
SAN FERDINANDO allora odendo parlare un BOVINO guardò il vecchio ANZANO e la bella e scoppiarono di nuovo tutti a ridere a CARAPELLE.
Allora il BOVINO infastidito RIGNANO disse:
«Che ridete? Vi farei rinchiudere tutti e tre nelle CELLE DI SAN VITO o vi legherei ad un ALBERONA con un ORDONA stretta stretta. Gli umani non CAGNANO, noi animali veniamo da MONTELEONE siamo nati sinceri e sani. Ma chi vi LESINA nulla. Ma andate a ZAPPONETA invece di fare l’APRICENA. Mo vi mangiano le TREMITI».
Disse questo il fiero BOVINO, gli VOLTURARA le spalle e riprese il suo cammino.