UTE Introduzione

di Potito CAUTILLO
INTRODUZIONE
In un rapporto ONU del 1975 si legge che la prospettiva dell’educazione permanente permette di cogliere la vita come un processo continuo di autorealizzazione e di perfezionamento e che anche la terza età può essere colta nei suoi dinamismi, nelle sue ricchezze e potenzialità. E’ in gioco il concetto del diritto al pieno sviluppo delle persone che investe l’intera esistenza. E’ parte di questo diritto l’opportunità di studiare che si estende ad ogni momento della vita, al di là della formazione professionale. Ogni persona, quale che sia la sua età, deve poter essere messa in grado di utilizzare i mezzi che garantiscono la continua formazione. Per questo riguarda la terza età l’educazione si pone come divulgazione delle cognizioni, sviluppo delle attitudini, partecipazione al progresso della comunità.
Quali sono i fini dell’educazione permanente nella terza età?
Essi si possono così sintetizzare: mirare ad aiutare la persona anziana a vivere meglio contribuendo al mantenimento del suo stato fisico, fornendole conoscenze nuove e rinnovate, permettendole di coltivare le proprie attitudini o di scoprire di nuove, di capire meglio se stessa ed il mondo che la circonda, offrendole di sperimentare profonde gioie intellettuali, estetiche ed affettive, creando dei punti d’interesse che continueranno a motivare la sua esistenza, l’aiuteranno ad aprirsi e a ritardare la senescenza. Ecco allora che le Università della Terza Età possono essere definite interventi culturali e sociali insieme, infatti, per il ventaglio delle possibilità che esse offrono e per l’articolazione organizzativa esse si pongono come tramite affinché questi scopi si realizzino.
NASCITA E SVILUPPO DELLE UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
Le Università della Terza Età sono una risposta non assistenzialistica ad disadattamento della vecchiaia, alle richieste di cultura e di socialità della gente che, andata in pensione, improvvisamente è priva di relazioni sociali. Esse sono sorte per iniziativa del francese Pierre Velas nel 1973 a Tolosa. L’esperienza ha dimostrato che l’iniziativa di Tolosa rispondeva ad un bisogno sociale dal momento che la rete delle Università della terza Età non cessa di potenziarsi e di estendersi ad un numero sempre crescente di paesi. Nello stesso anno in cui sorgeva la prima Università della Terza Età di Tolosa, in Italia l’allora cardinale di Milano Giovanni Colombo diffondeva il documento “La pastorale della Terza Età” dove si affermava che essa doveva svolgersi secondo le seguenti direttrici:
  1. conoscenza dell’anziano;
  2. amore per l’anziano;
  3. aiuto all’anziano.
Nel 1975 sorse a Torino la prima Università della Terza Età in Italia, dapprima come coordinamento dei vari gruppi spontanei e dal 1979 come una vera e propria istituzione con programmi e metodologie.
Nel 1978 sorse a Trento l’Università della terza Età e del tempo Disponibile; il 7 novembre 1981 si inaugura a Benevento, ad
opera di una associazione, l’Università sannitica della Terza Età e del tempo disponibile; il 27 novembre 1981 si inaugura a
Vicenza l’Università degli Anziani per iniziativa dell’istituto di scienze Sociali ‘Nicolò Rezzara’. Negli anni che seguono si assiste ad un grande sviluppo di tale iniziativa, specialmente nel veneto e si costituiscono federazioni di Università della terza Età.
Alla fine del 1993, proclamato “Anno Europeo dell’Anziano” l’Organizzazione di Volontariato “ANSPI Centro Studi Medico-Psico-Socio-Pedagogico e di Consulenza Familiare” di Ascoli Satriano istituì l’Università della Terza Età e del Tempo Libero ‘S. Potito’. Nel 2004 questa UTE viene iscritta al n. 30 dell’Albo delle Università Popolari e della Terza Età della Regione Puglia ai sensi della legge regionale n. 14/2002. Nel 2004 l’ANSPI ripete l’esperienza, convenzionandosi con l’Amministrazione Comunale di Troia, istituendo a Troia l’Università della Terza Età e del Tempo Libero ‘Santi Patroni’, anch’essa iscritta nell’Albo Regionale al n. 53. Nel 2006 l’ANSPI triplica l’esperienza istituendo ad Orsara di Puglia, in convenzione con l’Amministrazione Comunale di Orsara, l’Università della Terza Età e del Tempo Libero ‘S. Michele’. Il 17 gennaio 2008 l’ANSPI, in convenzione con l’Amministrazione Comunale di Candela, istituisce l’Università della Terza Età e del Tempo Libero ‘Papa S. Clemente I ’. L’ANSPI è stata interessata anche dalle Amministrazioni Comunali di Deliceto e di Castelluccio dei Sauri per la realizzazioni di altre due Università della Terza Età, rispettivamente ‘Beato Benvenuto da Gubbio’ e ‘S. Salvatore’.
Si può affermare che le Università della Terza Età rappresentano uno degli eventi più stimolanti in quanto strumento permanente di accrescimento culturale e occasione per valorizzare, indipendentemente dall’età e dal ruolo produttivo, le risorse e le potenzialità di realizzazione di sé, di socializzazione ed integrazione. La legge regionale 26 luglio 2002, n. 14 “Interventi a sostegno delle attività svolte dalla Università Popolari e della Terza Età” ha, infatti, tenuto presente tutto questo quando ha emanato questa legge. Nelle finalità si legge che “la Regione Puglia riconosce alle UTE un ruolo di particolare rilevanza per la più ampia diffusione della cultura e della tradizione, per il pieno sviluppo della personalità dei cittadini pugliesi adulti ed anziani, per il loro inserimento nella vita socio-culturale della comunità in cui risiedono, favorendone l’integrazione intergenerazionale e ogni forma di espressione e socializzazione”.
L’attività didattica e culturale delle UTE consiste in cicli di lezioni, seminari, laboratori e attività parallele le
cui finalità possono riassumersi in:
  • socializzazione e valorizzazione del tempo libero;
  • sviluppo della formazione permanente per il confronto tra culture generazionali diverse;
  • studio della realtà storica, socio-economica e artistico-monumentale della Puglia;
  • sensibilizzazione socio-culturale del territorio per una maggiore integrazione sociale degli anziani e delle persone adulte nel rapporto intergenerazionale.