Dal dattiloscritto di Antonio Mottola: "San Potito martire ascolano" del 1989 si legge:
LUOGO DEL MARTIRIO
I codici della prima e della seconda redazione della "Passio Sancti Potiti" concordano nell'indicazione del luogo del martorio, seppure con lezioni differenti dovute manifestatamente gli errori degli amanuensi. Il Mallardo ritiene che il dato topografico [D. Mallardo, S. Potito..., op. cit., p.12] nella "Passio" del nostro martire è molto circostanziato perché viene collocato in un punto tra due sperdute stazioni, che altro non erano che due taverne isolate della via Herculea, che da Equo Tutico (oggi Sant'Eleuterio) conduceva a venosa. Che la collocazione del luogo del martirio tra Sentianum e Iunuanum non sia frutto di pura fantasia, è ribadito dal Mallardo allorquando dice:
"Quando l'agiografo della "Passio Sancti Potiti" colloca il martirio del suo eroe in località posta in vicinanza di due povere e sperdute mansiones che forse non erano altro che taverne isolate, anche se è uno scrittore strettamente locale, che non poteva non conoscere bene i più modesti luoghi di casa sua, mi sembra difficile che lavori ex ingenio. A servizio di ben altro si mette la pura inventiva [D. Mallardo, S. Potito, op. cit., p.24].
Ritengo opportuno prospettare criticamente le varie lezioni per definire con chiarezza e con un certo ordine il luogo del martirio di S. Potito.
Riporto i dati presenti in alcuni dei codici più importanti:
- il codice Vaticano latino Reginae Sueciae 482 termina: "E lo condussero in un luogo chiamato Apulia , nella zona che si trova fra Sentianum e Iunianum. Fu poi decollato San Potito sul fiume che si chiama Calabius";
- il codice dell'Archivio Capitolare di S. Pietro in Vaticano A2 conclude così: "Lo condussero in un luogo che si chiama Apulia, doce si dice tra Sententianum e Iunianum. E fu decollato San potito sul fiume della calabrius";
- Il codice VIII.B.3. della Bilioteca Nazionale di Napoli termina dicendo che "lo condussero ad un luogo tra Sentianum e Iunianum, che si chiama Iulia, sulla iva di un fiume Calabritici;
- il codice VIII.B.6, sempre della Biblioteca Nazionale di Napoli, riporta: "Lo condussero in una provincia che si chiama Apulea, che è tra Sentianum e Iunianum: e San Potito fu decollato sul fiume che è detto Calabium";
- il codice 207-8 della Biblioteca Regia di Bruxelles conclude la "Passio" così: "E condotto fuori dalla città fu decollato sul fiume detto Urbanus";
- il codice 91 della Biblioteca Alessandrina di Roma conclude così: "E San Potito fu decollato sul fiume che è detto Calabrum";
- la prima vita degli Acta Sanctorum di San Potito ha la stessa lezione del manoscritto M. Velseri: "Lo condussero in Apolia, in un luogoche si dice Milianus, tra Sentianum e Mulianum. San Potito fu decollato sul fiume che è detto Banus";
- La seconda vita degli Acta sanctotum termina così: " Lo condussero ad un luogo tra Sentianum e Iuntianum, che si chiama Iulia, sulla riva del fiume dal nome Calabritici".
Questo prospetto ci dà l'opportunità di concludere che quattro sono i dati topografici di cui disponiamo; la regione, le due stazioni (o locande o mansiones) che racchiudono il luogo del martirio e il fiume presso cui San Potito venne martirizzato.
La regione del martirio è l'Apulia. Il Capriglione sostiene che la lezione esatta è Apulia, poiché è accreditata dai codici più antichi ed è di gran lunga la più numerosa rispetto alla lezione Iulia che si riscontra in codici più recenti e per giunta contenenti la seconda redazione della "Passio Sancti Potiti"[F. Capriglione, la Patria..., op.cit., pp. 63 s]. Il Mallardo, d'altro canto, osserva che il dato tipografico dell'Apulia, chiaro, non è il solo. Da solo avrebbe forse avuto un valore relativi [D. Mallardo, S. Potito..., op. cit., p.23].
Le stazioni o mansiones tra cui è avvenuto il martirio sono "Sentianum" e " Iunianum". si tratta di due stazioni della via Herculea o Herculia, detta così dal soprannome Erculeo attribuito all'imperatore Massimiano,che collegava Aequuum Tuticum (masseria di Sant'Eleuterio presso Ariano Irpino) con Venosa e poi proseguiva con Potenza, Grumeto e si congiungeva con la strada per Reggio Calabria.
Secondo l'Itinerarium Antonini [E' un itinerario scritto che contiene un elenco di stazioni e di centri stradali con le relative distanze, attribuito all'inizio del III secolo dopo Cristo e precisamente all'epoca dell'imperatore Caracalla - L. Bosio, La tabula Peutingeriana. Una descrizione pittorica del mondo antico, Rimini 1983, p.125] il percorso da Aequuum Tuticum a Venosa poteva volgersi su due direzioni: una, più corta, di 64 Km, per le "mansiones" di Ad Matrem Magnam [La mansio d Matrem Magnam era situata presso il santuario della Mater Magna di Grottaminarda (AV) - G. Radke, Viae publiae Romanae, traduzione di G. Sigmondi, Bologna 1981, p. 156] e in Honoratianum; l'altra, un poco più lunga, di 69 Km, per le "mansiones" di Sentianum e Balejanum.
Dal Delehaye sappiamo già quanto sia importante il dato topografico per accertare l'esistenza e il martirio di un santo [S.Boesch-Gajano (edd.), Agiografia Altomedievale, Bologna 1976, p. 64]. Lo studio dei toponimi del luogo del martirio di S. Potito ha interessato diversi autori, quali il Mallardo, il Mostardi e il Capriglione. Per avere un'idea più chiara della questione, ritengo opportuno riportare la rappresentazione grafica che il C.I.L. dà del tracciato stradale della via Herculia [Corpus Inscriptionum Latinarum, op. cit., IX, pag.599]. cartina stradale
Sentianum era a 33 "milia passum" (circa 49 Km) da equo Tutico e a 36 "milia passum" (circa 53 Km) da Venosa, non lontano dal Calabius, presso cui avvenne il martirio di san Potito. Dunque la prima "mansio" [In questa stazione, come in tante altre di cui erano disseminate con una certa regolarità le strade romane, il viaggiatore poteva trovare vitto e alloggio durante il suo cammino] confinante con il luogo del martirio è Sentianum. Ma dov'era collocata Sentianum? E' difficile fissare il punto esatto. Il Lanzoni [F. Lanzoni, Le diocesi d'Italia...,op. cit., pp.659 s.] pone Sentianum presso Aeca (Troia - FG). Il Mallardo , invece, ipotizza che Sentianum deve essere situata presso Aquilonia (AV), o meglio presso Bisaccia (AV) o Sauri [D. Mallardo, S. Potito..., op.cit. p.24]. Il Rosario , invece, pone il "Castrum Sentianum" tra Bovino e Ascoli, e precisamente tra Valle Traversa e Piano di Castro [P. Rosario, Dall' Ofanto..., op. cit.,I, Ascoli Satriano 1898, p.361].
La seconda "mansio" della Via Herculea confinante con il luogo del martirio è Iunianum. dalle varianti dei codici la lezione più accreditata risulta "Iunianum", ma - secondo il Mallardo - la forma corrotta con cui è pervenuta fino a noi ci impedisce di trarne il profitto che si potrebbe e quindi Iunianum sarebbe una probabile corruzione di Baleianum dell'itinerario di Antonino, oppure equivarrebbe anche al Velianum della Passione dei dodici fratelli [D. Mallardo, S. Potito..., op. cit. 23]. Per il Mostardi, invece, Baleianum corrisponderebbe ad Alvano, vicino ad Andretta (AV) [ F. Mostardi, S. Potito ragazzo martire, Venezia 1969, p.41].
A proposito del luogo del martirio , è interessante notare come Gabriele grasso, nella sua memoria, "Il pauer aquae Daunus" di Orazio, identifica il Milianus degli Acta sanctorum della "Passio Sancti Potiti" con la masseria Migliano, situata sulla riva sinistra del corso superiore del Carapelle [G. Grasso, "Il pauper Daunus", in Rivista di Filologia e d'Istruzione classica, II, Torino 1896 (XXIV della Serie intera), fasc.2°. tale memoria è riportata integralmente in P. Rosario , Dall'Ofanto...,op. cit.,I, p.216 ss.]. Per di più si aggiunge anche che la prima "Vita di S. Potiti Martyris" edita dai Bollandisti ha la seguente forma: "Tunc duxerunt eum in Apolia, in loco qui dicitur Milianus, inter Sentianum et Mulianum [Acta sanctorum Ianuarii, op. cit., p.757, n. 23]. Effettivamente in tutte le fonti si hanno quattro elementi topografici : la regione, le due stazioni e il fiume. Invece nella prima "Vita S. Potiti Martyris" degli Acta Sanctorum c'è un quinto elemento topografico che meglio specifica il luogo del martirio: in Puglia, tra Sentianum e Mulianum, nel luogo detto Milianus presso il fiume Calabius.
Il Rosweid, che inviò ai Bollandisti una copia della "Passio Sancti Potiti" tratta dal manoscritto dal M.Velseri, dice che questa è la lezione presente nel suddetto manoscritto. A tal proposito il Capriglione afferma che questa versione può confermare la corruzione di Iunianum o Baleianum in Mulianum o Milianum per assimilazione con Milianus, oppure può indurre a scartare ogni altra versione o ricostruire per tenere unicamente la seguente: "Lo condussero in Apulia, in un luogo detto Milianus, tra Sentianum e Milianus. in tal caso il luogo del martirio di S. Potito sarebbe la località di Migliano, tra lo stesso Migliano e la stazione di Sentianum, sul fiunm Calaggio,. La questione rimane tuttora aperta.
Il fiume presso cui San Potito fu decollato è il Calaggio. La lezione più accreditata e più antica sembra essere Calabius, l'odierno Calaggio, che nel suo corso prende il nome di Carapelle. Il Calaggio nasce tra Trevico (AV) e il monte Calaggio (alto m.747), ricevegli affluenti nel suo corso attraverso i comuni di Bisaccia, Anzano di Puglia, Rocchetta S. Antonio, Deliceto, Ascoli Satriano e sfocia nel golfo di Manfredonia.
L'altra lezione che chiama il fiume Banus dal Mallardo è ritenuta corruzione di Calabius, ma lo stesso storico ascolano Pasquale Rosario nella sua storia di Ascoli Satriano riporta in appendice una memoria di Gabriele Grasso, di Ariano Irpino, condividendola in pieno [P. Rosario, Dall'Ofanto..., op. cit., pp.213-238].
Eccone il testo principale: "...quando troviamo negli atti di S. Potito, martirizzato ai tempi di Antonino Pio, 'Tum duxerunt eum (S.Potito) in Apoliam in loco, qui dicitur Milianus, inter Sentianum et Mulianum: decollatus autem S. Potitus super flumen, quod dicitur Banus", chi, dopo aver studiato il Corso della Via Erculea con la Stazione Sentianum, chi, dopo aver identificato Milianus con la masseria detta Migliano sulla riva sinistra del corso superiore del Carapelle, non si sentirà indotto a credere che la forma Banus, corrotta non per ragioni linguistiche, ma per incuria degli amanuensi si debba ricondurre fino al 'pauper aquae Daunus' di Orazio?... L'enorme differenza paleografica che si riscontra nelle indicazioni dei martirologi, nei quali da Banus si passa a Calabius, più che ingenerare dubbio e incertezza, è prova non trascurabile del coesistere ancora del vecchio nome 'Daunus' più o meno alterato, accanto ai nomi nuovi, che già erano a buon punto, per scalzare quell'altro interamente" [P. Rosario, Dall'Ofanto ..., op. cit. pp.223 s.].
Comunque, sia il 'Daunus' oraziano(in alcun codici alterato in "Banus") sia il "Calabius" si riferiscono allo stesso fiume che all'inizio del suo corso è detto Calaggio e prosegue nella Puglia con la denominazione Carapelle. Ma dov'è situato con precisione il luogo del martirio di san Potito? Questo è un problema di difficile soluzione, dal momento che sotto il ducato di Sicardo(818-839) il corpo di san Potito dal luogo del suo martirio fu traslato a Benevento, nella chiesa di S. Maria Madre di Dio [Codice miscellaneo IX.C.33 della Biblioteca nazionale di Napoli del secolo XVII], detta ora di santa Sofia. Successivamente le reliquie del martire Potito subiranno varie traslazioni. Per il momento è sufficiente questo elemento storico per rendersi conto del perché si è perduta l'esatta ubicazione del luogo del martirio di san Potito.
Comunque, circostanziato il dato del martirio - che è una delle due coordinate agiografiche di cui parla il Delehaye - della "Passio Sancti Potiti", giova a questo punto mettere in risalto il lavoro compiuto dal Mallardo, secondo cui il martire Potito appartiene all'Apulia [D. Mallardo, Il Calendario Marmoreo di Napoli, Roma 1947, p. 89].
Ora, l'unico luogo della Puglia bagnato dal fiume Carapelle che venera S. Potito e rivendica il luogo del suo martirio è Ascoli Satriano, in provincia di Foggia e a pochi chilometri dal confine con la Basilicata e la Campania, che conservano insigni tracce del culto verso San Potito. Quindi resta il vanto indiscutibile che è Ascoli Satriano il luogo nel quale o presso il quale si svolsero la vita e il martirio di San Potito. Tesi, questa, sostenuta peraltro anche dall'opuscolo 'Ufficio, Messa, Novena Liturgica in onore di S. Potito':
"Quale altra spiegazione storica, se non quella della realizzazione del martirio, come lo sostiene la tradizione orale, poteva avere l'intitolazione a S. Potito, in agro di Ascoli Satriano, di una località vicina al torrente Carapelle (Mufite), confinante con Valle Traversa, la Mezzana e Piano d'Amendola e tagliata dalla strada di bonifica, che parte da Ponte Parrozzo e attraversa quella sempre d bonifica, dalla provinciale Foggia-Ascoli alla cantoniera, pur proseguendo per Palazzo d'Ascoli, Catenaccio e Castelluccio dei Sauri?"[ufficio, Messa, Novena Liturgica in onore di S. Potito martire, S. Agata di Puglia 1968, pp.8 s. E' noto a tutti che l'anonimo autore di questo testo fu Sua Ecc.za Mons. Mario Di Lieto, Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola, il quale per modestia non volle far comparire il suo nome].
Da parte suo il Rosario nei suoi "Appunti per San Potito" sostiene che nel luogo del martirio del nostro santo, detto "Torre" o "Cappella" o "Posta di san Potito, si possono osservare ruderi di una chiesa cristiana e di un tempio pagano con l'ara sacrificale, la pila della acque lustrali, bassorilievi, suppellettili o doni votivi [P. Rosario, Appunti per S. Potito, p.1. La copia dattiloscritta da me consultata si trova nell'Archivio della Curia vescovile di Ascoli Satriano]. Solo gli scavi archeologici potranno mettere in luce ciò che il tempo e l'incuria degli uomini hanno tenuto nascosto. Non è fuori luogo menzionare che in questo sito pone la tradizione orale il luogo del martirio di San Potito. Fino ad alcuni anni fa, c'era una cappella dedicata a S. Potito, ove la gente, soprattutto il giorno del martirio, si raccoglieva in preghiera.
Comunque, in base a tutti gli altri elementi sopra presentati, è legittimo affermare che il dato topografico e il dato cultuale coincidono nel sostenere che il luogo del martirio di San Potito si trovi in prossimità di Ascoli Satriano.
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